Intervistato da ilfattoquotidiano.it il presidente Anci replica alla missiva della ministra che chiedeva un maggiore sforzo di collaborazione: "Più di quello che stiamo mettendo in atto non so che altro si possa fare. Il problema sono i fondi che non ci sono ancora". E sul rientro in classe in presenza: "Ci sono situazioni dove i presidi non potranno fare altro che prevedere una didattica mista, in presenza e a distanza"
“Le amministrazioni comunali non hanno bisogno di sollecitazioni”. Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani, interviene dopo la pubblicazione su ilfattoquotidiano.it della lettera della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina rivolta agli enti locali. E ci tiene a specificare che Comuni e Province sono al lavoro per garantire il rientro a scuola in sicurezza.
Presidente la ministra ha chiesto un maggiore impegno agli enti locali. Nella lettera parla di “un importante e decisivo sforzo a collaborare con i dirigenti scolastici e gli uffici scolastici regionali”. A cosa si riferisce secondo lei?
Non voglio creare scontri. Più di quello che stiamo mettendo in atto non so che altro si possa fare. Stiamo lavorando anche in questi giorni, senza sosta. Ho appena concluso una riunione sulla questione dei trasporti e oggi (19 agosto) il governo ci ha convocato per parlare del tema degli arredi. Il problema sa qual è? I fondi assegnati nel decreto Legge cosiddetto “Agosto” che sono affidati agli enti locali per l’affitto di immobili e per il noleggio o l’acquisto di strutture modulari temporanee a uso scolastico, non ci sono ancora. Eppure questi soldi li avevamo chiesti tre mesi fa.
Mancano meno di quindici giorni alla riapertura delle scuole, meno di un mese all’avvio delle lezioni. Quali sono le urgenze che state affrontando?
In questo momento la questione degli spazi non è più una priorità: abbiamo capito dove si può intervenire e dove non è possibile. Ora la nostra attenzione è concentrata sul tema del trasporto e sui banchi. Il primo punto non può essere sottovalutato: il distanziamento previsto sugli scuolabus e sui bus è di un metro. Per rispettarlo avremo la necessità di acquistare più scuolabus e di avere più personale addetto a questo servizio. Dove li troviamo i soldi? Abbiamo bisogno di almeno 220 milioni in più per affrontare questa emergenza. Anche per il trasporto urbano ed extraurbano che riguarda gli studenti delle scuole superiori le aziende che gestiscono il servizio dovranno aumentare i mezzi. Altro argomento: i banchi. Ormai abbiamo capito che arriveranno in ritardo, ma dobbiamo avere un quadro preciso della situazione.
Allo stato attuale, lei si sente di dire che gli studenti torneranno tutti a scuola in presenza?
Alla primaria e alla secondaria di primo grado non ci sono grossi problemi. Abbiamo lavorato con i presidi e gli uffici scolastici regionali per trovare delle soluzioni. Più difficile la situazione delle superiori, soprattutto nelle città metropolitane. Ci sono situazioni dove i presidi non potranno fare altro che prevedere una didattica mista, in presenza e a distanza.
Con il decreto Legge “Agosto” vi sono state date comunque risorse che a giorni arriveranno per affittare degli immobili.
Non è semplice pensare a quest’ipotesi. Gli immobili da affittare devono essere adeguati alle norme, avere le autorizzazioni necessarie dai Vigili del Fuoco, dalle Asl. E in tutto questo il tempo stringe.
La ministra Azzolina però ha più volte indicato un’altra soluzione: l’utilizzo di teatri, cinema, archivi, biblioteche.
Le faccio un esempio. A Bari ho due teatri comunali; entrambi hanno ripreso l’attività. Che faccio: sospendo le prove? Uso le palestre? E le attività sportive dove le andiamo a fare?