Nel 'roll call’ della convention democratica l’ex vicepresidente ha superato il quorum, sarà lui a sfidare Donald Trump alle prossime elezioni presidenziali in autunno: "È l’onore della mia vita". L'aspirante First Lady regina della serata, parla da una classe deserta: "L'amore ci rende resilienti e ci consente di diventare meglio di quello che siamo da soli". Le congratulazioni dell'ex capo Obama: "Sono orgoglioso"
Joe Biden ha ufficialmente la nomination per la Casa Bianca: nel ‘roll call’ della convention democratica, l’appello dove i rappresentanti dei vari Stati e territori Usa esprimono i loro voti, l’ex vicepresidente ha superato il quorum dei 2374 delegati necessari per diventare il ‘nominee’. Sarà lui l’uomo che sfiderà Donald Trump alle prossime elezioni presidenziali in autunno. Sorridente e visibilmente emozionato, l’ex vicepresidente ringrazia tutti. “Grazie, grazie. Ci vediamo giovedì”, dice fra qualche palloncino e un po’ di coriandoli che gli piovono addosso. “È l’onore della mia vita accettare la nomination del partito democratico per la presidenza degli Stati Uniti d’America”, ha poi scritto su Twitter.
Accanto a lui sempre la moglie Jill, la regina della serata. L’ex Second Lady parla alla convention democratica dalla classe di una scuola e non nomina mai il presidente Trump, limitandosi a tessere le lodi del marito. “Come si ricostruisce una famiglia distrutta? Nello stesso modo in cui si ricostruisce un Paese. Con amore e comprensione, con piccoli atti di empatia. Con coraggio e con una fede irremovibile”, spiega Jill dipingendo il suo compagno di vita da oltre 40 anni come un uomo “deciso” che “lavora per gli altri”. Un uomo adatto a questo momento per la Casa Bianca. “Joe farà per le vostre famiglie quello che fa per la sua”, dice l’aspirante First Lady rivolgendosi agli americani, ai quali spiega – lanciando un messaggio di unità – come “l’amore ci rende resilienti e ci consente di diventare meglio di quello che siamo da soli. Joe può unirci e farci andare avanti”.
Si congratula con Biden anche il suo ex capo Barack Obama. “Sono orgoglioso di te”, twitta l’ex presidente. Congratulazioni arrivano anche da Alexandria Ocasio-Cortez. Chi si aspettava dalla pasionaria star deputata dei democratici un endorsement a Biden è rimasto deluso: Ocasio-Cortez è intervenuta prima dell’apertura del roll call e ha sostenuto la nomination di Bernie Sanders, riuscito a creare un “movimento storico”. Un intervento che ha confuso molti, tanto che la deputata è stata costretta a spiegare in un tweet il perché del suo intervento: “Se siete confusi, non vi preoccupate. Le regole della convention richiedono la roll call e le nomination per tutti i candidati che superano la soglia dei delegati. Mi è stato chiesto di essere la seconda per la nomination di Sanders per il roll call. Le mie profonde congratulazioni a Joe Biden, ora andiamo e vinciamo a novembre”.
La seconda serata della convention democratica scorre più lentamente della precedente ma il messaggio è costante e riguarda Donald Trump. Lo dice Bill Clinton, gli fanno eco John Kerry e Caroline Kennedy, lo condivide a gran voce Colin Powell: Trump è l’uomo sbagliato per la Casa Bianca e va rimosso. “Il paese ha bisogno di un commander-in-chief che si prenda cura delle nostre truppe come si prende cura della sua famiglia. Joe Biden non ha bisogno di insegnamenti“, dice Powell, l’ex segretario di stato repubblicano che nel 2008 e nel 2012 ha appoggiato Barack Obama e nel 2016 Hillary Clinton nonostante sia stato considerato per anni il futuro dei conservatori. “Difende solo se stesso non il paese”, aggiunge Kerry mettendo in evidenza che gli Stati Uniti hanno bisogno di un leader rispettato all’estero non di uno che viene deriso. “Con Donald Trump c’è solo caos alla Casa Bianca”, mette in evidenza Bill Clinton, definendo Trump un “bullo crollato come un castello di carta”. Al coro dei contrari al presidente americano si aggiunge anche la vedova del repubblicano John McCain, che affida a un video il ricordo della lunga amicizia fra “John e Joe, un’amicizia che sulla carta non avrebbe dovuto funzionare” e che invece “è durata oltre 30 anni“.