I casi aumentano ma non si deve cadere “nella dottrina del rischio zero”. In maniera ancora più chiara: “Non si può fermare il Paese, perché i danni collaterali sono considerevoli”. Emmanuel Macron rifiuta l’idea di un nuovo lockdown, anche se in Francia la media dei nuovi contagi negli ultimi giorni viaggia oltre i 2.000 ogni 24 ore, 3.776 solo mercoledì. Tra lunedì e mercoledì sono stati oltre 6.500, quando un mese fa, negli stessi giorni della settimana, erano stati meno di 2mila in totale. Dall’inizio dell’epidemia il paese transalpino ha contato oltre 225mila casi accertati e 30.468 decessi.

Dal buen ritiro di Fort de Bregancon, isolotto nel mar Mediterraneo utilizzato da cinquant’anni come luogo di villeggiatura degli inquilini dell’Eliseo, il presidente della Repubblica avvisa però in un’intervista a Paris Match che “il rischio zero non esiste mai” e che “non si può richiudere tutto il Paese”. Un altro lockdown in Francia, insomma, non ci sarà a prescindere dall’evoluzione del contagio. L’ultimo azzardo di Macron è presto spiegato: “I danni collaterali sono considerevoli”. E secondo il presidente neanche il lockdown farebbe crollare i contagi: “Il rischio zero non esiste mai in una società”, afferma.

“Bisogna rispondere a questa ansia senza cadere nella dottrina del rischio zero”, ribadisce spiegando di comprendere “la legittima ansia, legata al virus” perché siamo davanti a “un fenomeno epidemico totalmente nuovo”. Ma la politica sanitaria non si spingerà fino a una nuova chiusura generalizzata, piuttosto continuerà a consistere nel “testare, tracciare, isolare, organizzare i nostri ospedali, prevenire, generalizzare la mascherina quando necessario”.

Mascherina che in Francia, ad oggi, non sono ancora totalmente obbligatorie. Dal 20 luglio non si può entrare senza nei luoghi pubblici al chiuso, ma all’aperto le regole continuano a variare a seconda delle situazioni, dei dipartimenti e delle città. Con una sollecitazione all’uso dal parte del primo ministro Jean Castex, che nelle scorse settimane ha ammonito: “Il virus non va in vacanza. Dobbiamo proteggerci senza fermare la vita economica e sociale”.

Una linea coincidente con quella di Macron, già criticato quando in inverno la Francia è stata colpita dalla prima ondata della pandemia. Nei primi giorni di marzo il presidente della Repubblica era andato al teatro Antoine di Parigi con la première dame Brigitte quando il Paese era già sotto l’attacco del coronavirus. Il lockdown era scattato il 17 marzo per terminare, almeno in parte, l’11 maggio. La riapertura coinvolse anche le scuole, in maniera progressiva iniziando dalle primarie, con 70 casi di chiusura in sette giorni in alcune zone del Paese.

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