Scuola

Mascherina a 6 anni: Miozzo, la aspetto in classe con noi maestri

“Maestra mi ha preso la mascherina”. “Maestra lui ha la mascherina sotto il naso”. “Maestra mi è caduta la mascherina”. “Maestra ho perso la mascherina”. “Maestra…”

Chi insegna, soprattutto in prima, seconda e terza elementare, sa già che tra meno di un mese il mantra sarà questo. La prescrizione del comitato tecnico scientifico di indossare la mascherina qualora non sia possibile assicurare il distanziamento previsto, non ha fatto i conti con la realtà di ogni giorno.

I bambini di 6-7 anni a scuola si abbracciano, si cercano, si prendono per mano, giocano continuamente insieme, si scambiano oggetti e persino merendine. Il famoso distanziamento di un metro (ove sarà possibile) sarà solo ufficiale ma nella vita in classe, con i bambini di sei sette anni, sarà surreale. Ve lo immaginate un bambino di sei anni all’intervallo che sta seduto in aula a un metro di distanza dall’altro? Oppure sempre quel piccolo che in sei ore di lezione non si alza nemmeno una volta dalla sua sedia per andare dal compagno a chiedere la matita rossa?

Non a caso giustamente il Cts per i bambini dell’infanzia non ha previsto l’uso della mascherina. Sarebbe stato sufficiente ascoltare un paio di maestri o un pedagogista per capire che anche a 6, 7 e forse 8 anni il comportamento dei bambini è strettamente basato sulle relazioni, sul contatto fisico.

Il 14 settembre, aspetto in classe il coordinatore del Cts Agostino Miozzo. Voglio vederlo una sola ora all’opera con venticinque bambini di sei anni obbligati a portare la mascherina. Voglio vedere Miozzo passare la giornata ad ammonire i piccoli con “metti la mascherina”; “non toccarla”; “tienila sopra il naso”.

Voglio vedere Miozzo pulire il naso con il moccolo di decine di bambini che mischieranno il muco con il tessuto della mascherina. Sarei curioso di vedere che farebbe Miozzo quando una, due, tre, cinque mascherine cadranno a terra, nel piatto di pasta in mensa, nel cestino dei rifiuti in classe tra fazzolettini sporchi e resti delle matite temperate. La scuola per i bambini di quell’età non può essere quella immaginata da Miozzo e dai membri del Cts.

E allora che dovevamo fare, mi dirà Miozzo? Non sono un medico, solo un maestro. Ma ho ascoltato in questi mesi molti sanitari. La soluzione è quella adottata dal Cts per la scuola dell’infanzia: “Assicurare indicazioni e risorse addizionali circa la pulizia assidua delle superfici, il lavaggio frequente delle mani, ridurre il numero degli alunni contemporaneamente presenti in classe”. Nulla di più.