Chi si aspettava una partenza ordinata dell'anno scolastico tedesco è rimasto deluso: gli alunni sono tornati tra i banchi in 9 Länder su 16 ma le chiusure parziali o totali degli istituti sono già all'ordine del giorno. La ministra dell'Istruzione Karliczek però dice: "Il funzionamento ordinario è partito bene". Intanto i positivi continuano a crescere e Merkel convoca i presidenti degli Stati federali per giovedì
Almeno un centinaio di istituti chiusi totalmente o in parte, circa 350 insegnanti e 6mila alunni messi in quarantena, un numero di contagi nelle classi in continua crescita e stimato intorno ai 500 casi: sono i numeri della scuola in Germania dopo le riaperture in 9 Länder su 16. L’anno scolastico per i primi studenti tedeschi – nel Meclemburgo – è cominciato il 3 agosto, ma la maggior parte dei giovani sono tornati in aula tra il 10 e il 17 agosto. È passata giusto qualche settimana e i numeri delle classi chiuse per via di alunni risultati positivi già non si contano. Il governo di Angela Merkel però sembra aver messo in conto che la scuola andrà avanti per tutti, seppur intervallata da periodi di quarantena e didattica a distanza. Lo dimostrano le parole della ministra dell’Istruzione, Anja Karliczek: “Il funzionamento ordinario è partito bene“, ha detto in un’intervista a Ntv.
Nel frattempo però in Germania il contagio ha ripreso a correre con vigore: oggi (sabato, ndr) si contano più di 2mila nuovi casi, come si non vedevano da aprile. L’Istituto Robert Koch spiega che la maggior parte dei nuovi focolai sono piccoli e legati a famiglie e amici. Inoltre anche Berlino è alle prese con il problema dei casi d’importazione: molti turisti tornano dalle vacanze all’estero e risultano positivi. Merkel parlerà con i presidenti dei vari Länder giovedì in videoconferenza: sarà l’occasione per fare il punto sulla pandemia. Si parlerà anche della scuola: come raccontato da ilfattoquotidiano.it, i diversi Stati tedeschi non sono riusciti a trovare dei protocolli comuni e le regole per gli alunni cambiano anche a pochi chilometri di distanza. Ora però serve uniformità almeno su un punto: le mascherine. Il governo cercherà di imporle in tutte le scuole almeno quando non si è in classe: “Lo so che è faticoso. Tutti la viviamo così, ma al momento non c’è alternativa alla mascherina”, ha detto la ministra Karliczek.
La stessa cancelliera Merkel ha sottolineato, in conferenza stampa, che “è meglio l’obbligo di mascherina piuttosto che richiudere le scuole”. Chi si aspettava una partenza ordinata dell’anno scolastico in Germania è rimasto deluso: “Appena aperto, già richiuso”, titola la versione online del settimanale Der Spiegel, scrivendo che lo scenario delle improvvise chiusure è quello con cui oggi molti alunni e genitori devono fare i conti. I numeri più emblematici arrivano proprio dalla capitale Berlino: almeno 41 scuole hanno riferito che studenti o insegnanti sono stati contagiati dal coronavirus, con conseguente chiusura dell’istituto. Nel Nord-Reno Vestfalia hanno chiuso completamente 4 scuole, altre 31 solo in parte. Ad Amburgo ci sono più di una dozzina di istituti interessati da chiusure parziali. Nel Meclemburgo si sono sei scuole chiuse: in due casi serrande abbassate per tutto l’istituto.
Il conto finale lo fa oggi Il Corriere della Sera: ci sono almeno 100 istituti già coinvolti da chiusure totali o parziali, senza considerare gli asili. Der Spiegel evidenzia cosa significhi questo per le famiglie di alunni e docenti: il settimanale tedesco scrive che ci sono 350 insegnanti in quarantena e circa 6mila studenti. I numeri però continuano ad aumentare, così come sono in crescita i contagi tra i banchi solo dopo pochi giorni di lezione: si parla di una trentina di casi tra i docenti e di quasi 400 tra bambini e ragazzi. In Germania la maggior parte dei Länder e degli istituti ha puntato sulla regola della divisione in gruppi – divisi per anno scolastico – in modo da evitare contatti tra alunni di gruppi diversi. Il meccanismo però, scrive Der Spiegel, sembra non essere stato applicato a dovere. Ora molti genitori, a partira dal Nord-Reno Vestfalia, chiedono norme igieniche più stringenti, una maggior rispetto della regola del distanziamento e classi più piccole.