In questi giorni abbiamo assistito a un acceso scambio di opinioni tra il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, e il direttore della A2a, gestore del maxi inceneritore di Acerra che, con i rifiuti della Campania, fa guadagnare moltissimo i Comuni proprietari della A2a e cioè i Comuni di Bergamo, Brescia, Varese e Milano.

Nella Omelia del 15 di agosto dice il vescovo Di Donna: “Non si può far finta di niente. il popolo è sovrano non suddito! Questa battaglia tra il Bene e il Male continua, e devo dire che proprio sul fronte dell’ambiente dobbiamo purtroppo registrare ancora una volta il perdurare di un disegno “diabolico” che vuole fare del nostro territorio – tra Napoli e Caserta, in particolare Acerra – il “Polo dei rifiuti della Campania”. Mi chiedo spesso: ma perché sempre e solo qui ad Acerra e nel territorio circostante? La Campania è una regione così grande (15350 kmq!), perché tale accanimento, infierire su questo territorio? Allora non c’è dubbio: significa che c’è un disegno perverso di fare di esso il “Polo dei rifiuti” della Campania. Io non so trovare altra spiegazione! Perché sempre e solo qui? Assistiamo poi in questi ultimi tempi anche alla tendenza particolare a ridimensionare il dramma ambientale, quasi negarlo. “Mai più Terra dei Fuochi“, “la Terra dei Fuochi non esiste.”Non bisogna parlare di Terra dei Fuochi, non lo ricordiamo, non bisogna ricordare quello che è successo”

In risposta alla Omelia di fuoco del vescovo Di Donna, su Il Mattino del 19 agosto 2020 risponde il neo amministratore delegato di A2a, Renato Mazzoncini, e per la prima volta ammette: “Se la Campania, come io mi auguro, riuscirà a raggiungere dei target di raccolta differenziata adeguati – si parla sempre e solo dei rifiuti urbani! – , intorno al 75% – siamo oggi già a circa il 55%, più della Toscana!- , non servirà un altro termovalorizzatore delle dimensioni di quello di Acerra”.

Dimentica che la provincia di Brescia viene oggi unanimemente riconosciuta la più massacrata sul piano sanitario dall’inquinamento ambientale per le sue troppe industrie cosiddette “del riciclo”, ivi incluso il maxi inceneritore, e aggiunge: “In molte aree questi impianti sono a servizio del cosiddetto teleriscaldamento. Nel Mezzogiorno potrebbero servire per raffreddare gli ambienti.”

Il mostro Covid-19, non a caso, ha colpito duramente le inquinatissime province di Brescia e Bergamo, e il governo italiano ci invita tutti con maxi incentivi a creare autonomi e pulitissimi impianti di raffreddamento con il fotovoltaico, non certo con l’incenerimento! I maxi inceneritori sia di Brescia che di Acerra non sono la situazione di maggiore danno ambientale e quindi sanitario di quei territori.

Come ho scritto nel libro I miei cento passi nelle Terre dei Fuochi in cui descrivo le tragedie sia di Brescia che di Acerra, i maxi inceneritori sono solo la “spia rossa” , volutamente troppo accesa per non fare comprendere il resto, del terribile massacro di questi territori, a cominciare da Brescia, che sono diventati un vero inferno per la eccessiva concentrazione di impianti di cosiddetto trattamento dei rifiuti industriali i quali, nella perdurante assenza di tracciabilità certificata degli stessi, sono la prima fonte di danno sanitario sia al nord che al sud.

Mai si dice, tranne che nel mio libro, che ogni cittadino lombardo non deve preoccuparsi del corretto smaltimento dei soli 1.2 kg/procapite annuo di miseri rifiuti urbani, ma di oltre 12 kg a testa di rifiuti innanzitutto industriali (di cui almeno 2-3 kg sono prodotti in evasione fiscale e quindi da smaltire comunque illegalmente in qualche modo!) e ora a Brescia, a causa della assenza di tracciabilità certificata, si ritrovano anche diverse discariche radioattive a massacrare i cittadini lombardi!

Mai si dice che, unico caso in Italia, il maxi inceneritore di Acerra, oggi il più grande di Italia, restituisce alla città di Acerra non più di 5 euro a tonnellata come ristoro ambientale rispetto al minimo di 10 di tutti gli altri inceneritori di Italia! Serve con urgenza una indagine della Magistratura su questo ristoro ambientale così basso, unico in Italia.

Non si comprende: se, come è stato appena dimostrato anche dallo studio dei “cittadini per l’aria” sul biossido di azoto, il massimo dell’inquinamento dell’aria di Acerra proviene dal traffico veicolare eccezionale per la mancata realizzazione di ponti e viadotti per la ferrovia cittadina, è stato il ristoro ambientale cosi basso ad impedire al Comune di Acerra e alla Regione Campania di ridurre il mortale inquinamento dell’aria nel centro cittadino come sin dal 2004 promesso alla città di Acerra dopo il massacro dei cittadini che protestavano?

Nessuno dice che, come già accade da anni a Brescia, l’auspicato incremento anche in Campania della raccolta differenziata al 75%, non farà altro che far sostituire ufficialmente il rifiuto solido urbano con il rifiuto industriale assimilabile all’urbano di cui nessuno parla, tantomeno la A2a ed i suoi vertici. Oggi l’inceneritore di Brescia ufficialmente incenerisce 2/3 di rifiuto industriale e solo un terzo di rifiuto urbano. I cittadini bresciani muoiono ogni giorno per i rifiuti industriali assassini non tracciati sversati nelle loro centinaia di impianti, troppi, non certo per i pochi rifiuti urbani inceneriti per produrre “teleriscaldamento” al costo della vita.

Io sono ancora vivo, e da tempo, anche con il mio libro, non solo sto risvegliando i nostri fratelli bresciani sul massacro ambientale e quindi sanitario che stanno subendo e di cui, ripeto, il maxi inceneritore è soltanto la “spia rossa” e non la prima causa, ma soprattutto ho già avvisato e formato i cittadini e la Chiesa campana sul piano diabolico della concentrazione eccessiva di impianti senza sufficienti controlli su un solo territorio come già accaduto nella Provincia di Brescia.

Non è per caso che il primo destinatario del mio libro sia stato proprio il Vescovo Antonio Di Donna di Acerra, lo scorso luglio. Ad Acerra oggi non si deve solo fermare l’ampliamento inutile del maxi inceneritore (come dichiarato dalla stessa A2A), ma soprattutto il piano diabolico di creare un eccezionale polo di trattamento dei rifiuti come a Brescia! Il massacro dei cittadini bresciani ad Acerra non deve ripetersi.

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