“Ora Alexey Navalny è all’ospedale della Charité di Berlino dove i sanitari gli stanno facendo un check up completo. Risultati e prognosi non si potranno ottenere prima di alcuni giorni, ma le sue condizioni si mantengono stabili“. A fornire le prime informazioni su Facebook è il capo dello staff dell’oppositore russo, Leonid Volkov, condivise su Twitter dalla portavoce Kira Yarmush. Il politico e maggiore oppositore di Vladimir Putin continua a essere in coma ma ha resistito al viaggio che lo ha portato da Omsk a Berlino, dove ora verrà seguito da una squadra di medici dell’ospedale tedesco.
“Una fase importante è stata superata – scrive Volkov – : quello che sembrava quasi impossibile ieri mattina, quando a Omsk si erano rifiutati categoricamente di permettere il trasporto del malato, è ora cosa fatta. Sia i medici della Charité che quelli della terapia intensiva hanno sostenuto che Navalny potesse affrontare il trasporto in aereo e che fosse la cosa più giusta per la sua salute”. Il viaggio è stato organizzato dalla ong tedesca Cinema For Peace (il cui presidente onorario è Mikhail Gorbaciov) che ha noleggiato l’aeroambulanza capace di trasportare personale medico e respiratore per il malato.
“Questo non sarebbe stato possibile senza il lavoro e l’aiuto di un gran numero di persone – afferma Volkov -, molte delle quali hanno trascorso 48 ore insonni dal giovedì al sabato mattina”. I suoi ringraziamenti vanno, tra gli altri, a “quelli che hanno protestato per la causa, quelli che hanno scritto sui social network, fatto denunce, quelli che si sono recati all’ospedale di Omsk”. Un grazie ha rivolto anche “alle ambasciate russe in tutto il mondo” che “hanno aiutato”. Quindi il filantropo russo Boris Zimin e il suo Fondo di famiglia, che ha pagato le spese necessarie per il volo e l’attrezzatura medicale necessaria a bordo dell’aereo. Ringraziamenti anche alla Germania: “Sia il governo tedesco che la cancelliera Merkel hanno fornito personalmente sostegno internazionale per aiutare a risolvere molte questioni di burocrazia e sicurezza”, ha concluso.
Navalny, 44 anni, noto per le sue inchieste contro la corruzione, si è sentito male giovedì su un volo di ritorno a Mosca dalla città siberiana di Tomsk. Il capitano ha effettuato un atterraggio di emergenza a Omsk. Il suo staff ha sostenuti che si sia trattato di un avvelenamento: Navalny si sarebbe sentito male dopo avere bevuto un tè prima di salire sull’aereo. Quando venerdì, per volere dei familiari, l’aeroambulanza con attrezzature mediche e specialisti organizzata da Cinema For Peace è arrivata a Omsk per portare il politico a Berlino, i medici russi hanno sostenuto che le condizioni del paziente fossero troppo instabili per un trasferimento. Il team medico di Omsk alla fine ha ceduto dopo che la ong ha rivelato che da esami dei tedeschi era risultato che Navalny era in condizioni di viaggiare: le condizioni si sono stabilizzate e per i medici non c’è problema visto che i parenti sono disposti “ad assumersi il rischio”, ha dichiarato il vice responsabile del team di Omsk, Anatoly Kalinichenko. Il Cremlino, intanto, ha negato che le resistenze al trasferimento fossero politiche, definendola una decisione puramente medica.
Per i russi, Navalny non è stato avvelenato: “Sono stati effettuati immediatamente test per la presenza di sostanze tossiche nel corpo” ma “possiamo dire che non sono stati trovati barbiturici, stricnina, veleni convulsivi o sintetici. Invece sono stati trovati nelle urine alcol e caffeina”, ha dichiarato il ministero della Sanità della regione di Omsk. “Ci vuole un po’ per escludere” l’avvelenamento, sottolinea però dal canto suo Alastair Hay, professore emerito e tossicologo esperto della Scuola di medicina dell’università di Leeds, in Inghilterra, sottolineando che “soprattutto se qualcosa è altamente tossico sarà in concentrazioni molto basse, per cui molti controlli semplicemente non rileverebbero quella sostanza”. Un appello giunge intanto da Marina Litvinenko, la vedova di Alexander Litvinenko, l’ex agente russo morto a Londra nel 2006 dopo avere bevuto un tè corretto al polonio-210. Rivolgendosi alla moglie di Navalny, Yulia, l’ha incoraggiata a essere forte: “Non arrenderti. Credi che sopravviverà”.