Continuano senza sosta i lavori di rifacimento delle piste da sci e di sventramento delle nostre povere Dolomiti (vedi post precedente), purtroppo nel silenzio generale degli attori pubblici. E dire che l’evidenza sociale, economica e politica di una questione ambientale ormai ineludibile, come quella dell’industria dello sci in epoca di riscaldamento globale, si riverbera anche su uno degli appuntamenti delle prossime elezioni del 21 settembre, la prevista riconferma forte di Luca Zaia in Veneto, con l’opposizione locale in frantumi.
I grandi giornali e i vari poteri forti sperano che l’atteso risultato delle urne di questo governatore così concreto e autonomista da rischiare la rottura con Fratelli d’Italia, spazzi via quel che resta dell’onda lunga di Matteo Salvini. Sintetizza Il Sole 24 ore: “Il 21 settembre, quando saranno terminati gli scrutini, avremo la risposta. Alle scorse regionali la lista Zaia conquistò il 23% e la Lega circa il 18. Oggi i sondaggi danno la lista del Governatore sopra il 40% e il partito di Salvini poco sopra il 10”.
Un uomo che viene dalla terra, e se ne fa vanto con orgoglio, come Zaia, ha saputo guardare ben oltre gli interessi dei suoi amati agricoltori e la retorica della piccola patria veneta. Nell’alleanza stretta con gli industriali ha sicuramente pesato non poco la determinante spinta per portare a casa i Mondiali e le Olimpiadi a Cortina, con l’orizzonte del cosiddetto progetto del “Grande Carosello” sciistico, che potrebbe unire tra loro le varie località bellunesi dello sci, e collegare l’area delle Tre Cime al Comelico.
Il progetto del Grande Carosello veneto sarebbe una sorta di alternativa ski-turistica al Sellaronda, ovvero alla parte più spettacolare del gigantesco comprensorio Dolomiti Superski (cinquecento impianti di risalita con mille e 200 km di piste!). Si tratta di unire in prima battuta Cortina ad Arabba, sotto la Marmolada, e poi al Civetta, dal Giau e dalla val Fiorentina.
Zaia ha già previsto di mettere sulle nuove piste 64 milioni di euro di fondi della Regione, ma si parla di un costo finale di 100-120 milioni di soldi pubblici. In concreto, peraltro, Zaia ha appena regalato 15 milioni sull’unghia agli impiantisti, per i lavori più immediati di rinnovamento. L’opposizione, già debolissima sulla carta, si è pure divisa in tanti pezzi quanti sono le diverse componenti del governo attuale, e non sa bene che cosa dire di diverso: non esce dalla sudditanza a Zaia nemmeno negli slogan (“Tutt’un altro futuro” è la sintesi del programma del candidato del Centrosinistra Arturo Lorenzoni) e non osa affrontare in campo aperto la questione ecologica legata a questa folle monocoltura turistica dello sci fuori tempo massimo.
E’ arrivato addirittura a dare la sua benedizione il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, che ha elogiato lo stato d’avanzamento dei lavori a Cortina: “Opere sostenibili (sic) che resteranno e saranno funzionali all’intera area”. Fa davvero tenerezza che “L’ultimo dei Mohicani” sia rimasto il sindaco di Livinallongo del Col di Lana, Leandro Grones, piccolo comune che comprende anche Arabba (località di punta dell’economia turistica di questa area, che con i nuovi collegamenti sarebbe fagocitata dalle località più note).
L’unico politico che ha avuto il coraggio di additare come “ecomostro” il Grande Carosello di Zaia, ha anche ricordato le sacrosante ragioni della storia, che inviterebbero almeno a rispettare l’area del Col di Lana e casomai a trasformarla in un Parco della Memoria, invece di ipotizzare di costruire un altro impianto da sci proprio sopra a questa montagna dove sono morti novemila giovani italiani nella Prima Guerra Mondiale (perciò fu subito ribattezzato, dagli alpini e poi nelle cronache, “Col di Sangue”).
Magari Grones non sarà il Davide di Golia-Zaia, e magari, alla fine, i danè della Regione Zaia-ter piegheranno comunque l’ostinazione del nuovo movimento “Ju le màn da nosta tiera“, animato dai ladini di questa area, detta del Fodom, che vogliono combattere contro l’invadente nuovo gigantismo sciistico. E’ un piccolo fastidio, certo, rispetto al vento in poppa che sostiene Zaia: ma siamo dalle parti delle montagne e a volte a crear guai più seri, basta che un sasso cominci a rotolare.