Le telecamere lo hanno cercato più volte: sguardo fisso verso i suoi compagni, il resto del volto coperto dalla mascherina. Mauro Icardi la sua prima finale di Champions League l’ha vissuta così, soffrendo seduto in panchina: il suo Psg è stato sconfitto per 1-0 dal Bayern Monaco e lui ha messo piede in campo solo nel riscaldamento. La beffa è arrivata nei minuti finali: con i suoi compagni che tentavano l’ultimo arrembaggio alla ricerca di un gol, in teoria la specialità dell’argentino, mister Tuchel ha preferito comunque Choupo-Moting all’ex Inter.
Per Icardi il primo anno al Psg non è stato deludente: in Ligue 1 20 partite e 12 gol, in Champions 7 presenze e 5 reti. Numeri sufficienti, ma lontani anni luce da chi sperava di essere protagonista. Anche perché, questo è il punto, nei momenti cruciali della stagione Tuchel lo ha lasciato ai margini: come sottolinea La Gazzetta dello Sport, tra ottavi, quarti, semifinale con il Lipsia e finale col Bayern l’argentino ha giocato appena 79 minuti, ovvero quelli senza brillare contro l’Atalanta. Nemmeno nei gironi, quando ha avuto di fronte il Real Madrid, Icardi ha saputo mettersi in mostra. Ora sembra essere finito addirittura in sesta posizione nelle gerarchie dell’attacco: dietro a Neymar, Mbappe e Di Maria, ma anche a Choupo-Moting e Sarabia. Dovrà risolvere i problemi di condizioni fisica e trasformarsi in un attaccante più versatile per riconquistare spazio.