Economia

Agli azionisti mai così pochi dividendi dal 2009. Il coronavirus taglia di 100 miliardi di dollari gli utili distribuiti dalle aziende

La ricerca del gruppo Janus Henderson: nel secondo trimestre il 27% delle società ha ridotto o azzerato le cedole per rafforzare i bilanci durante l’emergenza. In controtendenza il Nord America (pesa in positivo il Canada). Europa e Regno Unito le aree più colpite, con un crollo pari al 40%

Mai così pochi da undici anni. Nel secondo trimestre i dividendi distribuiti dalle aziende a livello globale crolleranno a un livello che non si vedeva dal 2009, l’anno peggiore della grande crisi. E’ quello che emerge dall’indice stilato dal gruppo Janus Henderson, che mostra come la recessione causata dalla pandemia abbia mandato in fumo cedole per un valore superiore ai 100 miliardi di dollari. La flessione è legata alle decisioni delle imprese di non distribuire utili per rafforzare i bilanci durante l’emergenza.

Per la precisione, nei tre mesi terminati a giugno il valore dei dividendi è sceso del 22%, ovvero di 108,1 miliardi, a 382,2 miliardi di dollari. A tagliarli è stato il 27% delle società, e tra queste più della metà ha cancellato del tutto le cedole. Il taglio o cancellazione dei dividendi ha interessato il mondo intero, a eccezione del Nord America: la pandemia meno invasiva in Canada ha permesso ai dividendi dello Stato di salire, infatti, del 4,1%, aumento che ha più che compensato la contrazione dello 0,1% sofferta negli Stati Uniti.

Europa e Regno Unito sono state le aree più colpite, con un crollo dei dividendi pari al 40%. In particolare, i payout britannici sono scivolati del 54%, con più della metà delle aziende del Regno Unito che hanno ridotto o azzerato le cedole. Tra i nomi più noti ci sono quelli di gruppi come Aviva, Royal Bank of Scotland, Barclays, Royal, Dutch Shell, BP e Lloyds Banking Group.

Guardando all’Europa in generale, i dividendi sono crollati di 67 miliardi di dollari, nel corso del secondo trimestre dell’anno, con le cedole scese ai livelli minimi in un decennio. La Svizzera è il paese che ha sofferto di meno, con i pagamenti agli azionisti rimasti praticamente piatti. Secondo la direttrice degli investimenti di Janus Henderson, Jane Shoemake, “il 2020 sarà l’anno peggiore per i dividendi dalla crisi finanziaria globale”. Detto questo, “nonostante i tagli a cui abbiamo assistito fino a ora, crediamo ancora che i dividendi globali si attesteranno a un valore superiore a $1 trilione, sia quest’anno che il prossimo”.

Lo scenario migliore per il 2020 pronosticato da Janus Henderson è di una flessione dei dividendi, nell’intero 2020, pari a -19% a 1,18 trilioni di dollari. Il peggiore implica invece una caduta del 25% a 1,1 trilioni. Nel settore finanziario il tonfo dei dividendi non è così sorprendente, soprattutto in Europa, se si considera l’alt alle cedole che è stato raccomandato alle società finanziarie, banche e assicurazioni dalla Bce. Che, nel comunicato del 28 luglio, ha fatto sapere che il bando ai dividendi potrebbe proseguire anche nel 2021.