Diritti

Condannato per violenza sessuale, è confermato ai vertici di Cotrab. Il caso di Potenza è osceno

“Io so io e voi nun siete un cazzo!”. E’ inevitabile ricordare la battuta del Marchese del Grillo quando si legge sui quotidiani cosa è avvenuto tra le mura della Co.tra.b, il Consorzio Trasporti Azienda Basilicata finanziato dalla Regione. Il 20 agosto scorso, l’assemblea ha rieletto Giulio Ferrara alla presidenza nonostante la condanna definitiva a 2 anni e 6 mesi per violenza sessuale contro una dipendente della stessa azienda. I fatti risalgono al 2009, quando Ferrara era Direttore Generale per la Basilicata della Sita – Gruppo Ferrovie dello Stato, società concessionaria del trasporto pubblico e la vittima una dipendente. L’iter della giustizia è stato lunghissimo perché la donna che ha svelato di essere stata costretta a subire palpeggiamenti nell’ufficio del dirigente, ha dovuto attendere parecchi anni prima di avere giustizia.

Per quale motivo Giulio Ferrara non sia stato sollevato dall’incarico un anno fa, quando la Corte di Cassazione confermò la condanna inflittagli dalla Corte d’Appello di Potenza? Ed ora, la rielezione ai vertici della Co.tra.b è un segnale preoccupante che non può essere letto come una disattenzione. Da una parte c’è il naufragio della coscienza collettiva di un Paese assuefatto ormai alla sottocultura dell’illegalità: “Ha preso mazzette, e allora?”, “frequenta mafiosi, e allora?”, “evade le tasse, e allora?”, “ha stuprato una donna, e allora?” e dall’altra la tracotanza sempre più evidente di coloro che mettono a tacere la voce delle donne rendendo insignificante qualunque denuncia.

Nel post precedente scrivevo sulla fine tragica e misera di un finanziere americano, Jeffrey Epstein arrestato nel 2019 per sfruttamento della prostituzione minorile e morto in circostanze misteriose in carcere, e ricordavo la condanna a 23 anni dell’ex produttore della Miramax, Harvey Weistein, per lo stupro di due donne. Gli Stati Uniti non sono certo un modello di virtù per giustizia o rettitudine dei potenti ma quando scatta l’indignazione pubblica qualche risposta arriva. Qui da noi è sufficiente un incarichetto in un azienda per creare un intoccabile.

Quanto avvenuto in Basilicata è osceno anche per il silenzio dei politici, di Vito Bardi, presidente della Regione, oggi in mano a quel centrodestra che sbraita sullo stupro solo se a commetterlo sono gli immigrati ma che viene colpito da amnesia se i violenti sono connazionali o amici degli amici degli amici, clientes e compari vari.

Nemmeno Donatella Merra, l’assessora regionale ai Trasporti ha profferito verbo, nonostante stia montando l’indignazione e sia partita una raccolta firme del movimento #DallaStessaParte si rivolge al Presidente del Consiglio, alle ministre Paola De Micheli ed Elena Bonetti e all’assessora stessa che chiede la destituzione di Giulio Ferrara.

Fino ad oggi c’è stata solo la presa di posizione pubblica del consigliere regionale cinquestelle, Gianni Leggieri, che già l’anno scorso aveva chiesto, senza ottenerle, le dimissioni del presidente Co.tra.b: “Per ragioni di opportunità politica e morale perché le istituzioni hanno il dovere di dare l’esempio nel condannare senza mezzi termini questi tipi di reato, purtroppo ancora troppo frequenti” e aveva stigmatizzato “il silenzio assordante della Consigliera di Parità e della Commissione regionale Pari opportunità”.

Contattato da me al telefono ha dichiarato che chiederà al presidente della Regione, Vito Bardi, i nomi di coloro che hanno confermato l’incarico a Giulio Ferrara in una votazione che non esita a definire “vergognosa”.

Su questo episodio pesa il silenzio delle donne del centrodestra che girano la testa dall’altra parte e tacciono, rivestendo egregiamente un ruolo ancillare che mal si concilia con incarichi politici mirati a garantire diritti alle donne. E anche questo costituisce un’offesa per la vittima e per tutte le donne.

Anche l’associazione nazionale DiRe e Telefono Donna di Potenza hanno chiesto le immediate dimissioni del presidente Co.tra.b: “Un gravissimo precedente che normalizza lo stupro e la sottocultura che lo alimenta e che indebolisce la denuncia delle donne che subiscono stupri e violenza sessuali sul lavoro”.

Il 27 agosto Giulio Ferrara ha rassegnato le dimissioni dall’incarico di presidente Cotrab. (Aggiornamento del 29/08/2020)

@nadiesdaa