Si era già guadagnata le prime pagine negli States e non solo per i Covid party organizzati dai suoi studenti, e ora l’Università dell’Alabama torna al centro delle cronache per la valanga di contagi che sono stati registrati nei primi sette giorni dal riavvio delle lezioni, con tempistiche che ogni Stato e distretto decide per sé. Sono stati più di cinquecento: dai test effettuati dallo scorso mercoledì sono emersi 531 positivi tra alunni, docenti e personale. E il numero non tiene conto dei test d’ingresso che nel campus principale hanno rinvenuto 310 casi. Il rettore Stuart Bell ha però detto che il comportamento dei ragazzi non è da biasimare perché “la nostra sfida non sono gli studenti, la nostra sfida è il virus, c’è differenza”.
La notizia arriva mentre la città di Tuscaloosa, dove si trova il college, ha annunciato ieri la chiusura dei bar per le prossime due settimane nel tentativo di prevenire un’ulteriore diffusione del Covid-19, in uno degli Stati che negli ultimi mesi sono stati più colpiti dal contagio. Già per tutto luglio la governatrice repubblicana Kay Ivey aveva prorogato il divieto di qualsiasi raduno non lavorativo in cui non fosse possibile rispettare il distanziamento sociale, costringendo anche Trump ad annullare il comizio che aveva in programma.
Intanto il presidente, dalla Convention repubblicana a Charlotte, North Carolina, insiste sull’efficacia delle politiche dell’amministrazione per combattere il virus, ignorando le oltre 177mila vittime americane morte a causa della pandemia. E dalle colonne del Washington Post interviene di nuovo il virologo a capo della task force della Casa Bianca, Anthony Fauci, spesso in dissidio col presidente sulle misure per il contenimento del contagio, troppo penalizzanti per l’economia. Al giornale l’esperto ha spiegato di venire indicato alla White House come “la puzzola al picnic”, una sorta di guastafeste, assicurando tuttavia che il vice presidente Mike Pence continua ad ascoltare i suoi consigli. Pence “è una brava persona, intelligente, sta cercando di fare del suo meglio in una situazione molto difficile e fluida”, ha detto Fauci rispondendo a domande per e-mail sul vicepresidente, che “non ha mai chiesto alla ‘puzzola’ di stare buona o andarsene”, ha detto lo scienziato. “Qualcuno può dire che Pence e la sua squadra siano ‘troppo ideologicì, ma dopo tutto sono politici”, ha aggiunto.
Quanto invece al vaccino, che Trump ha promesso entro la fine dell’anno nella speranza di un ritorno elettorale sul voto di novembre, Fauci ha messo in guardia da un lancio frettoloso – come la Russia ha fatto con Sputnik V – prima di poterne dimostrare la sicurezza ed efficacia. “Uno dei potenziali pericoli se si produce prematuramente un vaccino è che renderebbe difficile, se non impossibile, per gli altri vaccini coinvolgere persone nella loro sperimentazione“, sostiene il direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases. “Secondo me, è assolutamente fondamentale che si dimostri in maniera certa che un vaccino è sicuro ed efficace”, ha aggiunto. Data la fretta dichiarata sul vaccino, i democratici accusano Trump di voler mettere in pericolo le vite americane per tornaconti politici e il Financial Times ha riferito che l’amministrazione Usa stava valutando la possibilità di aggirare i normali standard normativi per accelerare l’iter del vaccino sperimentale in fase di sviluppo dall’Università di Oxford e dall’azienda biofarmaceutica AstraZeneca. Circa 10mila persone si sono offerte volontarie per la sperimentazione del farmaco, ma le agenzie statunitensi richiedono che le sperimentazioni coinvolgano 30mila persone affinché un vaccino possa essere autorizzato.