Il problema se chiedere i soldi all’Europa del Mes non appassiona più di tanto l’opinione pubblica mentre, a quanto pare è molto importante per i politici. Addirittura qualcuno paventa una possibile crisi di governo sull’argomento.
In sintesi esiste la possibilità per tutti i paesi europei di richiedere soldi a prestito a tassi super agevolati al fine di migliorare i sistemi sanitari per fronteggiare la pandemia. Per l’Italia sarebbero circa 35 miliardi. Finora nessun paese europeo ha chiesto questi soldi. Coloro che lo vorrebbero richiedere affermano che così potremmo rimodernare i nostri ospedali e fare investimenti sanitari a basso costo. Risparmieremmo circa l’equivalente dello spread, circa 500 milioni annuali. In dieci anni 5 miliardi.
Ritengo che accedere al Mes sia sbagliato perché saremmo gli unici in Europa a dichiarare di aver bisogno urgente di sovvenzioni. Il fatto di chiedere soldi al vecchio Fondo Salva Stati, anche se opportunamente ridenominato, non darebbe certo una buona impressione. Saremmo forse sull’orlo della bancarotta? Come reagirebbero i mercati finanziari? Il rischio molto concreto è quello che si potrebbero ingenerare timori su una incapacità dell’Italia di far fronte ai suoi debiti. Sarebbe come se una persona che ha un debito verso di noi chiedesse altri soldi a una banca. Potremmo essere molto preoccupati per la sua solvibilità.
Se lo spread aumentasse a seguito di questi timori, faremmo presto a perdere il vantaggio dei 500 milioni all’anno. Su 2.500 miliardi di debito, da rinnovare quest’anno per 500 miliardi, basterebbe un aumento molto contenuto di questo benedetto spread, circa 10 punti da 150 a 160, per vanificare tutti i vantaggi. Teniamo presente che, durante il primo governo Conte, lo spread veleggiava verso i 250.
I politici trovandosi di fronte a 35 miliari da spendere subito potrebbero usarli in modo un poco “allegro”. Quando ci sono “soldi facili” c’è spesso il rischio di sprechi. Un amico medico anestesista mi dice che, ad esempio, nel nuovo padiglione Covid costruito alla fiera di Milano, c’è uno spreco di attrezzature per ogni posto letto quando basterebbe un solo macchinario per reparto.
Far la figura in Europa di coloro che hanno “le pezze al culo” non mi pare molto intelligente visti gli scarsissimi vantaggi, soprattutto se saremmo gli unici. Diversa, da un punto di vista psicologico, sarebbe la situazione se in accordo con altri paesi tipo Spagna, Grecia, Portogallo facessimo una richiesta congiunta e coordinata.
Credo che la psicologia delle relazioni internazionali e del ruolo che un paese detiene in termini di credibilità verso la comunità internazionale dovrebbe interessare maggiormente i nostri governanti. La figura dei cioccolatai, non me ne vogliano i pasticcieri ma è un termine usato in questi casi, può provocare gravi ripercussioni per un paese che ha bisogno più di ogni altra cosa di credibilità internazionale.
Creare una discussione, con minaccia di crisi di governo, su questo argomento mi pare strano e non comprensibile. Il governo dovrebbe coordinarsi con gli altri paesi europei per adottare strategie in comune per ridurre ulteriormente lo Spread che è la vera stortura della nostra finanza pubblica. Dare segnali di razionalità, stabilità e contenimento delle spese è fondamentale per rassicurare chi vuole investire nei BTP. I cittadini italiani stessi, che hanno nei conti una volta e mezzo il debito pubblico italiano, se rassicurati potrebbero aiutare nella riduzione della percezione del rischio Italia.