Don Lorenzo Russo, giovane prete di Floridia (Siracusa), ha scritto su Facebook un post rivolto ai suoi Parrocchiani: "Chiedete coerenza a chi vi circonda, imparate voi ad essere coerenti con la fede che dite di professare". L'iniziativa del governatore siciliano, già sbugiardata dal Viminale, per sgomberare centri e hotspot è stata criticata anche da altre voci della chiesa siciliana: "Se dividiamo l’umanità in persone di serie A e di serie B siamo destinati al fallimento umano e politico”
“Non venite a messa, state perdendo tempo”, non ha usato mezze parole il giovane parroco di Floridia (Siracusa), Lorenzo Russo, che ha rivolto un durissimo messaggio a tutti quei fedeli che “gioiscono per l’ordinanza” del governatore siciliano, Nello Musumeci. La mano di un bimbo nero su quella di un adulto bianco: è l’immagine che accompagna il duro post di don Lorenzo, sul suo profilo Facebook, rivolto a chi guarda con favore al provvedimento del presidente della Regione. Un’ordine di sgomberare centri di accoglienza e hotspot che, come ha chiarito il Viminale, “non ha valore” perché l’immigrazione è materia di competenza statale.
“Scrivo ai miei Parrocchiani – così esordisce il sacerdote – convinti da domani di essersi liberati del problema delle migrazioni, a quanti osannano scelte politiche che non fanno il bene dei poveri di questo mondo ma guardano solo al proprio interesse. A voi dico: non venite a Messa, state perdendo tempo!”. L’amaro post del parroco punta il dito, poi, contro l’ipocrisia di alcuni fedeli: “La vostra ipocrisia vi precede. Chiedete coerenza a chi vi circonda, imparate voi ad essere coerenti con la fede che dite di professare. Sennò saremo solo come i ‘sepolcri imbiancati’ di cui parla Gesù: che si lasciano ammirare dalla gente per la loro bellezza esteriore, ma che all’interno custodiscono solo odore di morte”.
Un messaggio molto duro che ha scatenato diverse reazioni: “Alcuni non hanno capito che la parola di Dio è per tutti”, scrive ad esempio Danielao. E se sono tantissimi i messaggi di plauso nei confronti del parroco, non mancano i distinguo: “Una vera invasione – si legge in un commento – I centri di accoglienza sono strapieni, le condizioni igieniche pessime, il presidente ha chiesto aiuto al governo nazionale, che non si è degnato di rispondere, l’Europa fa finta di niente, siamo soli”. “Il problema serio è che il nostro stato chiude le porte a coloro che interpellano in quanto poveri e non certo ai turisti, mi dispiace ma concordo con padre Lorenzo”, così interviene anche suor Maria Grazia D’Angelo, carmelitana di Santa Teresa del Bambin Gesù.
All’iniziativa di don Lorenzo, si sono aggiunte le reazioni della chiesa siciliana, da un angolo all’altro dell’Isola: l’ordinanza di Musumeci ha infatti provocato le reazioni anche della Caritas Diocesana di Palermo e dell’ufficio migrantes, organi presieduti dall’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, che in una nota ”esprimono forte preoccupazione e fermo dissenso nei confronti dell’ordinanza emanata dal presidente della Regione Sicilia”. “Se dividiamo l’umanità in persone di serie A e di serie B, se non ci facciamo carico del dolore di tutti siamo destinati al fallimento umano e politico”, scrivono i religiosi palermitani che pur sottolineano le premesse condivisibili che mettono in luce “l’enorme disagio in cui versano o oggi sia la popolazione siciliana sia i migranti affluiti sulle nostre coste in questi mesi estivi. I motivi: penuria di strutture idonee all’accoglienza, assenza di servizi adeguati, mancata redistribuzione in ottemperanza agli accordi europei, deresponsabilizzazione degli altri Stati membri della Ce, fughe da hotspost e centri sovraffollati”. Ma “non è soffiando sul fuoco della paura e della rabbia sociale che faremo passi avanti per superare il momento complesso che stiamo attraversando”, dice anche Alessandro Damiano, arcivescovo coadiutore di Agrigento.