Lavoratrici e lavoratori hanno convocato un'assemblea e sciopero ritrovandosi tutti dallo stesso lato, con un'adesione del 100% all'astensione dal lavoro chiesta da Fiom, Fim e Uilm. I sindacati: "Scelta inaccettabile, l’azienda in salute e fa utili in questo Paese nonostante la crisi determinata dalla pandemia"
In 155 rischiano di rimanere senza lavoro perché l’azienda ipotizza una delocalizzazione della produzione in Polonia. L’ultima crisi aziendale a finire sul tavolo del ministero dello Sviluppo Economico è quella della Betafence di Tortoreto, in provincia di Teramo. Lavoratrici e lavoratori hanno convocato un’assemblea e sciopero ritrovandosi tutti dallo stesso lato, con un’adesione del 100% all’astensione dal lavoro chiesta da Fiom, Fim e Uilm.
Il prossimo passo sarà il confronto al ministero guidato da Stefano Patuanelli con i vertici dell’azienda belga, che produce recinzioni e distribuisce in oltre 100 Paesi, generando anche circa 150 posti di lavoro nell’indotto abruzzese. “Nell’incontro del 1° di settembre presso il Mise ci attendiamo delle risposte concrete, con la convocazione di tutti i soggetti coinvolti, che cambino la scelta inaccettabile del Fondo di cancellare un’azienda in salute e che fa utili in questo Paese nonostante la crisi determinata dalla pandemia Covid-19″, spiega Claudio Gonzato della Fiom-Cgil nazionale annunciando che in concomitanza con il vertice a Roma gli operai torneranno a scioperare.
“Quanto fino ad ora paventato non ci ha convinto per nulla sulle motivazioni che porterebbero alla chiusura della Betafence, fino ad ora solo annunciata, e non è accettabile che, qualunque sia il progetto della multinazionale, ricada sulle spalle dei lavoratori, come troppo spesso accade”, aggiunge Valerio D’Alò per la Fim Cisl. “Come sindacato – conclude – resteremo accanto ai lavoratori mettendo in campo insieme a loro ogni azione di lotta necessaria a tutelare il lavoro”.