La scientifica ha rilevato sei tracce biologiche sull'Opel Corsa. I risultati, uniti alle prime indicazioni fornite dal medico legale che ha analizzato i resti del bambino, fanno propendere per la pista già avanzata all'inizio delle indagini. Gioele sarebbe rimasto gravemente ferito nel tamponamento in galleria, quindi la donna avrebbe deciso di gettarsi dal traliccio per la disperazione
Giornata decisiva a Messina per ricostruire la dinamica della morte di Gioele Mondello, i cui resti sono stati ritrovati il 19 agosto scorso a circa 400 metri di distanza dal luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere della madre Viviana Parisi. Fonti investigative fanno sapere che, stando ai primi risultati dell’autopsia e da alcuni accertamenti della polizia scientifica eseguiti su una serie di campioni biologici individuati sull’Opel Corsa della dj, sta prendendo quota l’ipotesi che il bambino sia rimasto ferito mortalmente nell’incidente stradale sulla A20. Sul capo del piccolo, riferisce l’Adnkronos, sarebbero state rinvenute delle tracce di sangue e una frattura “compatibili” con un’emorragia cerebrale. “Avrebbe sbattuto la testa contro una superficie non particolarmente dura”, dicono fonti investigative. Le analisi sulla vettura sono state disposte dal Procuratore di Patti su sei campionature effettuate il 6 agosto scorso, per verificare l’eventuale presenza di profili genetici da comparare successivamente.
I pm sostengono che al momento non è esclusa alcuna pista, ma le novità emerse oggi rafforzano una delle teorie avanzate già all’inizio delle indagini. Viviana Parisi ha fatto perdere le sue tracce il 3 agosto scorso dopo aver tamponato un furgone nella galleria Pizzo Turda della A20 (direzione Palermo). Gioele era nel sedile posteriore, mentre il suo seggiolino non era agganciato. La donna si è fermata nella prima piazzola di sosta che ha trovato ed è scesa dall’auto in fretta e furia (con il bambino in braccio, come hanno raccontato i testimoni), lasciando la borsa con i soldi e i documenti in macchina. Ha scavalcato il guardrail ed è fuggita per le campagne di Caronia. L’ipotesi quindi è che il bambino abbia riportato ferite gravi nell’incidente e sia morto poco dopo. A quel punto la dj si sarebbe suicidata per la disperazione, lanciandosi dal traliccio ai cui piedi poi è stato rinvenuto il suo cadavere. A conferma del fatto che il corpo della donna non sia stato spostato dagli animali (come avvenuto invece per Gioele), ci sono le immagini del drone che l’avrebbero fotografata nello stesso punto già il 4 agosto.
Per ulteriori conferme bisognerà aspettare i risultati definitivi dell’autopsia del bambino. L’esame sui resti (attribuiti ormai con certezza dalla procura al piccolo Gioele) è stato condotto nell’obitorio del Policlinico di Messina. Da una prima Tac sono state individuate anche delle piccole pietre sul corpo. Tutti elementi che, riferiscono gli inquirenti, potrebbero essere utili per stabilire il luogo e il momento del decesso. Alle operazioni ha partecipato anche il consulente della famiglia Mondello, il medico legale Giuseppina Certo. “I resti del cadavere sono abbastanza compromessi. Ci sono lesioni da macro fauna, cioè morsi di animali selvatici. C’è del terriccio che è stato analizzato e prelevato”, ha dichiarato in giornata. “Non si può dire ancora dove il bambino è morto e capire se è stato morso prima o dopo la morte. Sono valutazioni che si faranno concatenando i vari risultati”. Una situazione confermata anche dall’avvocato della famiglia, Pietro Venuti, secondo cui nei prossimi giorni “verranno fatte anche ulteriori ricerche” nella zona del ritrovamento. L’obiettivo è quello di individuare ulteriori elementi che possano rendere più chiara la dinamica della morte di Gioele e della madre.
“Al termine di tutte le operazioni avremo un quadro definitivo e completo, al momento si tratta di agire per singoli passaggi non tralasciando alcunché ed evitando di perdere elementi che potrebbero essere utili. Siamo un gruppo ben affiatato abbiamo diverse professionalità che cooperano e collaborano nelle attività cercheremo di fare del nostro meglio per ottenere tutto il possibile dal cadavere”, ha aggiunto il medico legale Elvira Ventura Spagnolo, perito della Procura di Patti, al termine dell’autopsia. “È stata fatta la tac come prima indagine, dopodiché abbiamo proceduto con la collaborazione dell’entomologo e dello zoologo forense alle varie attività di ispezione, analisi, prelievo di campioni che naturalmente richiederanno ulteriori approfondimenti. I passaggi successivi – ha annunciato – saranno ulteriori analisi sia sugli indumenti sia sui resti. Ci sono stati sempre assegnati 90 giorni di tempo per la relazione”.