Misurazione omogenea della temperatura a scuola, con abbassamento della soglia da 37,5 a 37,1, vaccino anti-influenzale, utilizzo della mascherina, evitare che i ragazzi provenienti dai focolai vadano a scuola. Sono le quattro regole che, secondo il virologo Andrea Crisanti, sono fondamentali per un ritorno in sicurezza a scuola.
Ospite di “In onda” (La7) il direttore del dipartimento di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova spiega: “La temperatura va misurata a scuola e con strumenti uguali per tutte le scuole, se ci vogliamo credere. Non credo che la temperatura misurata in 8 milioni di famiglie con termometri diversi, sotto l’ascella o sotto la lingua o all’orecchio, dia un risultato univoco. E’ ormai dimostrato che i giovani tendono ad avere una malattia molto lieve, se non addirittura asintomatica. Quindi, la temperatura-soglia calibrata per gli adulti, cioè 37,5, è del tutto inadeguata per gli studenti. Va rivista e andrebbe abbassata a 37,1-37,2, visto che i giovani sono spesso asintomatici.”.
E aggiunge: “E’ necessario misurare la temperatura a scuola e, in più, utilizzare sistemi automatici per verificare contestualmente il corretto utilizzo della mascherina, perché ci sono a disposizione meccanismi che fanno il riconoscimento facciale e che in un secondo eseguono entrambe le operazioni, misurazione della temperatura e verifica del corretto uso della mascherina. In questo modo, possono entrare migliaia di studenti in pochi minuti”.
Al giornalista Luca Telese, che gli chiede come mai il Comitato Tecnico Scientifico non ha predisposto una strategia simile nelle scuole, Crisanti risponde: “Penso che non credevano all’importanza della misurazione della temperatura, perché, se uno ci crede, la prende sul serio. La temperatura è una misura e le misure vanno prese sul serio“.
Fondamentale per il virologo è sottoporsi al vaccino anti-influenzale: “L’obiettivo è non far entrare il virus a scuola e non creare una situazione di grande confusione. Io ho proposto che la maggior parte delle persone facesse il vaccino anti-influenzale, perché se un bambino durante le lezioni comincia a tossire o sta male, si scatena immediatamente tutto il processo relativo alla protezione anti-covid. Il bambino viene isolato – spiega – la classe va in quarantena, si sospendono le lezioni, tutti dovranno essere testati e si deve aspettare l’esito del tampone sul bambino, che magari ha l’influenza. Questo è quindi fondamentale. Le Regioni avevano il compito di ordinare i vaccini già ad aprile-maggio. Sarebbe interessante sapere per ogni Regione quanti vaccini hanno ordinato. Adesso sarebbe anche tardi”.
I conduttori, Luca Telese e David Parenzo, chiedono lumi sul Veneto a Elena Donazzan (Fratelli d’Italia), assessore regionale all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro. E l’esponente di Fratelli d’Italia risponde: “Non lo so“.