Cronaca

Un’ordinanza che tutela anche i locali come il Billionaire: ecco cosa c’è davvero dietro la lite social tra Briatore e il sindaco di Arzachena

La direttiva emanata dal Comune della Costa Smeralda sposta indietro di un'ora le lancette della musica, vietandone la riproduzione dopo determinati orari nei ristoranti e negli alberghi. Il motivo? "Evitare che le cene si trasformino in un'occasione per eludere le disposizioni stimolando l'attività da ballo e facilitando gli assembramenti"

Il botta e risposta social andato avanti per giorni a suon di video, si è esaurito con il sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda, che augura “buona guarigione” a Flavio Briatore, ricoverato al San Raffaele perché positivo al Covid (anche se lui ha ridimensionato l’allarme). Ma alla base delle stoccate lanciate dall’imprenditore al primo cittadino, con frasi come “non hai mai lavorato“, e viceversa, con risposte sull’età di Briatore, da “tutelare con misure vista l’anzianità”, c’è un’ordinanza emanata proprio per “contrastare la diffusione dei contagi da coronavirus” che ora, tra l’altro, dilagano anche all’interno del famoso locale di Porto Cervo.

Balli vietati, come da decisione dell’esecutivo, e mascherine obbligatorie dalle 18.00 alle 6 del mattino, ma non solo. Nel testo che ha fatto infuriare il proprietario del Billionaire, viene vietata dopo le 24 anche “qualsiasi forma di diffusione della musica dal vivo e/o riprodotta all’esterno” in tutti i pubblici esercizi, e quindi anche nei locali come quello di Briatore a Porto Cervo che ha anche un ristorante, nei circoli privati, e nelle strutture ricettive alberghiere e non. Stesso discorso, ma con un margine di un’ora in più, per la diffusione all’interno dei locali, dove lo stop alla musica è previsto a partire dall’1 di notte. Pena, per chi non rispetta le disposizioni, una sanzione amministrativa dai 1000 ai 3000 euro.

Una scelta fatta a tutela delle persone (dei turisti così come dei dipendenti dei locali) come ha specificato Ragnedda sia in un comunicato stampa che rispondendo ai vari attacchi arrivati non solo dagli imprenditori della Costa Smeralda, ma anche dalle opposizioni, come il coordinatore regionale della Lega, Eugenio Zoffili, che ha definito l’ordinanza “una follia lo stop alla diffusione della musica”. “Capisco le esigenze di tutti, anche degli imprenditori, ma il mio dovere è quello di agire a tutela dei cittadini e dell’interesse generale – ha sottolineato il sindaco, eletto con la lista civica Alleanza democratica – Le discoteche sono state chiuse in tutta Italia dal Ministero della Salute, non da me. La mia ordinanza è una forma di tutela ulteriore e necessaria, visti i numeri crescenti del contagio e le carenze del sistema sanitario locale, che impongono ancora maggiore attenzione rispetto ad altre Regioni”. Assente infatti a Porto Certo la guardia medica turistica, e, ha specificato Ragnedda, “da un anno e mezzo manca il pediatra ad Arzachena”. “Il divertimento deve andare di pari passo con la tutela della salute e il rispetto delle norme – ha spiegato ancora il sindaco – Va bene accompagnare le cene con la musica, ma questo non deve sfociare in un’occasione per eludere le disposizioni e stimolare attività di ballo che facilitano gli assembramenti incontrollati”.

Nella norma anche alcune specificazioni sui livelli massimi di decibel, “allo scopo di garantire un adeguato livello acustico che possa conciliare le esigenze di quiete e di riposo dei cittadini con la
necessità di vitalizzare il territorio comunale con momenti di intrattenimento, svago e animazione”, e comunque, “in linea con le normative sovracomunali e consigliati dall’Organizzazione mondiale della sanità”. Il mancato rispetto, si legge, può costare una sanzione pecuniaria, da 500 a 20mila euro.

Insomma, dietro il “caso Briatore”, e dietro la bufera (anche politica) che si è scatenata attorno a Ragnedda e alla sua ordinanza, c’è la volontà della giunta di limitare ulteriormente qualsiasi possibilità di contagio, con regole rigide che, ha ricordato il sindaco in una delle ultime dichiarazioni sul tema, “sono l’unica arma che abbiamo per evitare che nei locali si faccia discoteca” e, quindi, si rischino contagi. Senza dimenticare che, rispetto alla precedente ordinanza comunale del 2017, “le lancette sono state solo portate indietro di un’ora”.