La first lady, il collegamento dal Rose Garden, chiude la seconda serata della convention repubblicana. Il suo intervento è molto lontano dai toni enfatici e aggressivi degli oratori che l'hanno preceduta. Anche Mike Pompeo ha diffuso un messaggio da Gerusalemme: è la prima volta per un segretario di stato e la mossa è stata criticata perché violerebbe la legge
Sceglie i toni pacati dell’empatia e della solidarietà la first lady Melania Trump nel suo discorso alla convention repubblicana. Collegata dal Rose Garden della Casa Bianca, di fronte a circa 70 persone sedute in giardino senza mascherina, chiude la seconda serata con un discorso dai toni distensivi, in cui difende il marito Donald: “Ama questo Paese e sa come fare le cose. Non è un politico tradizionale, l’America è nel suo cuore”. Ieri è arrivato anche il messaggio di Mike Pompeo, registrato a Gerusalemme, in cui elogia la politica estera del presidente Trump e la sua lotta al terrorismo. Il suo intervento è stato criticato ancor prima di essere reso pubblico: nessun segretario di Stato, prima di lui, aveva rotto la consuetudine che vuole la diplomazia separata dalla politica.
Le parole della first lady – Il discorso di Melania Trump è stato molto lontano dai toni enfatici degli oratori che l’hanno preceduta: “Non voglio usare questo tempo prezioso per attaccare l’altra parte“, mette subito in chiaro “perché, come abbiamo visto la scorsa settimana, quel tipo di discorso serve solo a dividere ulteriormente il Paese”. La first lady è l’unica, fanno notare i commentatori, a rivolgere un pensiero alle “vittime della pandemia”, a chi ha perso una persona cara, e a chi “sta soffrendo” per la malattia: “Voglio che sappiate che non siete soli: mio marito e la sua amministrazione non si fermeranno finché non ci sarà un vaccino disponibile per tutti”. E aggiunge che il marito sta facendo “tutto il possibile per aiutare” le persone colpite. Un voto per lui, dice, è un voto “per i valori dell’America” e che sarebbe “un onore” servire il Paese per altri 4 anni: “Mio marito ha le energie e l’entusiasmo per guidare questa nazione”.
Cinquant’anni appena compiuti, Melania Trump è la terza moglie del presidente: arriva dalla Slovenia e ricorda nel corso del discorso il momento in cui ha ottenuto la cittadinanza americana “con orgoglio” come uno “dei più importanti” della sua vita. L’intervento, secondo quanto ha detto il suo staff, è stato scritto da Melania e dalla sua portavoce, Stephanie Grisham. “Ogni parola è sua”, ha aggiunto la portavoce, rimarcando la distanza dal suo discorso di quattro anni fa accusato di plagio. Si presenta in un tailleur verde militare e parla per circa 30 minuti: ricorda le missioni umanitarie, i viaggi in Africa per sentire la “tragedia dei viaggi degli schiavi”, l’impegno a favore dei bambini. E affronta diversi problemi del Paese, come la dipendenza dalle droghe e dai farmaci. Infine, condivide una “riflessione sui disordini razziali“, proprio nelle ore in cui si torna a protestare in strada dopo il caso Jacob Blake, il 29enne afroamericano raggiunto alla schiena dai colpi esplosi dalla polizia del Wisconsin e ora paralizzato. “Stop alla violenza, basta atti vandalici in nome della giustizia“, ha detto la first lady, definendo il razzismo “una dura realtà che non siamo orgogliosi di portare nella nostra storia”.
L’intervento di Mike Pompeo – Non era mai successo che un segretario di stato intervenisse a una convention, cosa che ha suscitato parecchie perplessità tra i democratici. Pompeo parla attraverso un messaggio registrato a Gerusalemme, dall’iconico King David Hotel con la Città Vecchia sullo sfondo. “Sono più al sicuro – dice – e le loro libertà sono più al sicuro perché il presidente Trump ha messo in atto la visione America First“. Poi ha attaccato il Partito comunista cinese, fare riferimento al “virus cinese” e ha elogiato la politica di Trump sulla Corea del Nord e sul Medio Oriente, con l’uccisione del comandante iraniano Qassem Soleimani, la sconfitta dell’Isis in Iraq e il recente annuncio del disgelo tra Israele ed Emirati Arabi Uniti, un “accordo che i nostri nipoti leggeranno sui libri di storia”.
Secondo alcuni, il suo intervento è una violazione dell’Hatch Act, che limita la possibilità di funzionari governativi di dedicarsi ad attività politiche durante l’esercizio delle proprie funzioni. Oltre alla violazione della consuetudine che vuole la diplomazia separata dalla politica e alla scelta di Gerusalemme, dove Donald Trump ha trasferito l’ambasciata americana da Tel Aviv. Nel discorso di Pompeo non è mancato un riferimento a quella mossa. Il Dipartimento di Stato si è già ‘difeso’: il messaggio è stato registrato del Pompeo nella sua capacità “personale” senza coinvolgere risorse del dipartimento.