Registrati 441 nuovi casi: l'ultima volta che si superarono i 400 in un giorno fu il 7 marzo, quanto ci furono 483 infezioni. Totale salito a 18.705 contagi. Mai così alti, invece, i numeri del subcontinente indiano: ora il totale di infetti ha superato i 3 milioni e 300mila
Nuovo picco di casi di coronavirus in Corea del Sud: in un giorno sono stati infatti registrati 441 nuovi contagi, superando per la prima volta dal 7 marzo quota 400. Secondo il Korea Centers for Disease Control and Prevention (Kcdc), il totale delle infezioni è salito a 18.706, alimentato dai nuovi focolai delle chiese di Seul. Da oggi l’Assemblea nazionale, il parlamento sudcoreano, è in lockdown dopo il contagio accertato di un giornalista.
Dei nuovi casi di oggi c’è da segnalare che 434 sono frutto di contagi locali e non sono importati. L’andamento conferma, quindi, la curva crescente di positivi che prosegue da due settimane, portando il numeri di nuovi infetti registrati negli ultimi 14 giorni a oltre 3.800, secondo l’agenzia Yonhap. Prematuro parlare di una “terza ondata”, dopo quella di marzo e quella di giugno, ma è certo che il Paese sta soffrendo come nel resto del mondo un aumento dei casi come mai si era registrato fino ad ora.
Come deterrente, il Paese ha deciso di estendere a livello nazionale le restrizioni finora limitate alla capitale Seul, vincendo le iniziali reticenze legate all’economia. Vietati, quindi, i raduni di grandi dimensioni e per i tifosi di assistere alle partite di sport a livello professionistico. Chiusi, di nuovo, i locali notturni e le chiese.
Un record in negativo, invece, per l’India, che oggi registra il più alto numero di contagiati in 24 ore al mondo in un solo Paese: 76mila. Crescono, però, anche i tamponi: 924mila i test effettuati ieri. Sono più di 3 milioni e 300mila, quindi, il totale dei contagiati dall’inizio della pandemia, secondo i dati comunicati dal Ministero della Sanità indiano. Nel Paese, però, a preoccupare l’associazione Survival International non è solo l’elevato numero di positivi, ma anche e soprattutto i cinque membri della tribù dei Grandi Andamanesi (o Sentinellesi) nelle Isole Andamane, che sarebbero positivi al Covid-19.
Le Isole Andamane, e le Nicobar, un arcipelago di isolotti nell’Oceano Indiano, dove vive una popolazione di quasi 400.000 persone, hanno registrato finora un totale di circa 3.000 casi confermati di coronavirus e 37 morti. ma i Grandi Andamanesi sono un piccolo gruppo di appena 50 sopravvissuti, dei 5.000 che, secondo gli antropologi, vivevano sul minuscolo isolotto chiamato Strait Island, quando i britannici lo colonizzarono a metà del 1800. “Il fatto che alcuni Grandi Andamanesi siano positivi al Covid-19 è estremamente preoccupante. Sono fin troppo consapevoli dell’impatto devastante delle epidemie, che hanno decimato il loro popolo” ha dichiarato Sophie Grig, ricercatrice Senior di Survival International. “Le autorità delle Andamane devono agire con urgenza per impedire che il virus infetti altri Grandi Andamanesi e raggiunga altre tribù. Le acque intorno a North Sentinel devono essere pattugliate adeguatamente e nessun esterno dovrebbe entrare nei territori delle tribù delle Andamane senza il loro consenso.”