Gli effetti della pandemia ingessano il mercato del lavoro: a mostrarlo sono i dati Inps su assunzioni e cassa integrazione. Nei primi cinque mesi dell’anno le attivazioni di nuovi contratti sono state 1.795.000, il 43% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. E in parallelo, in seguito al blocco dei licenziamenti, sono crollate anche le cessazioni: -47% quelle di contratti stabili tra marzo e maggio. Quanto alla cig, sono oltre 2,5 miliardi le ore di ammortizzatore autorizzate dall’Inps tra aprile e luglio per fronteggiare l’emergenza. Nel solo mese di luglio sono state autorizzate 449,6 milioni di ore con una crescita del 10% su giugno. Nella sola Lombardia le richieste hanno superato nel mese i 113 milioni di ore, segue il Veneto con oltre 56 milioni. Se si amplia l’orizzonte a tutti i primi sette mesi dell’anno, le ore autorizzate arrivano a superare i 2,7 miliardi con un aumento dell’881% sull’intero anno precedente. Il tiraggio, ovvero l’effettivo utilizzo delle ore richieste, nei primi cinque mesi si ferma però al 42,28% delle ore autorizzate: 758 milioni di ore contro 1,7 miliardi autorizzate.
Il crollo delle assunzioni causa lockdown – A incidere sulla forte flessione delle assunzioni sono state ovviamente le restrizioni derivate dall’obbligo di chiusura delle attività non essenziali, nonché della più generale caduta della produzione e dei consumi. Guardando ai mesi, il peggiore è stato aprile (-83%), mentre la situazione è migliorata a maggio (-57%). La contrazione ha riguardato tutte le tipologie contrattuali; in maniera nettamente accentuata ciò si osserva per le assunzioni con contratti di lavoro a termine (stagionali, intermittenti, somministrati, a tempo determinato).
Le trasformazioni da tempo determinato nel periodo gennaio-maggio 2020 sono risultate 229mila, anch’esse in flessione rispetto allo stesso periodo del 2019 (-31%; -43% per il mese di maggio). Su quest’ultimo punto, è però da ricordare che, nel corso del 2019, il volume delle trasformazioni era stato eccezionalmente alto per effetto del decreto dignità. Le conferme di rapporti di apprendistato arrivati alla conclusione del periodo formativo risultano ancora in crescita se si guardano i cinque mesi (+12%), ma a maggio la variazione rispetto al corrispondente mese del 2019 è stata negativa (-5%).
Ma con il blocco dei licenziamenti sono calate anche le cessazioni – Le cessazioni nel complesso sono state 1.972.000, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tra marzo e maggio il calo, per i contratti a tempo indeterminato, è stato del 47% per effetto dell’introduzione del divieto di licenziamento per ragioni economiche. Nel periodo gennaio-maggio 2020, 32.028 rapporti di lavoro (17.586 assunzioni e 14.442 trasformazioni a tempo indeterminato) hanno usufruito dei benefici previsti dall’esonero triennale strutturale per le attivazioni di contratti a tempo indeterminato di giovani fino a 35 anni, valore in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-39%). I rapporti incentivati sono il 4,7% del totale dei rapporti a tempo indeterminato attivati (assunzioni + trasformazioni). Il saldo annualizzato, vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, che mostra la differenza tra le posizioni di lavoro in essere alla fine del mese osservato rispetto al valore analogo alla stessa data dell’anno precedente, è diventato negativo a febbraio (-28.000) ed è rapidamente peggiorato a causa della caduta dell’attività produttiva conseguente all’emergenza sanitaria, passando a -279.000 a marzo e raggiungendo, a fine maggio, il valore di -742.000 posizioni di lavoro, rispetto al 31 maggio 2019.
Con il bonus baby sitter boom dei lavoratori pagati con Libretto famiglia – La consistenza dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale a maggio è di poco superiore alle 9.000 unità (in forte diminuzione rispetto allo stesso mese del 2019, -50%). L’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 234 euro. Per quanto riguarda i lavoratori pagati con i titoli del Libretto famiglia, a maggio 2020 risultano circa 148mila, in aumento del 1.461% rispetto a maggio 2019. La crescita è da riferirsi essenzialmente all’introduzione del bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting previsto dal Cura Italia. L’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 561 euro.
In calo i certificati di malattia – Nel secondo trimestre 2020, con molte attività ferme, sono inevitabilmente diminuiti anche i certificati di malattia: ne sono stati presentati 3.187.689 contro i 5.362.989 degli stessi tre mesi del 2019. Il calo è più accentuato per il settore pubblico (-53%) rispetto a quello privato (-36%). Il decremento risulta più marcato nelle regioni del Centro-Sud (-61% contro -47% per il Centro e -62% contro -40% per il Sud). “La chiusura delle attività economiche, per tutto il mese di aprile e parte del mese di maggio, ha avuto come conseguenza un accesso molto limitato agli studi dei medici di base, i quali sono stati contattati quasi esclusivamente per le certificazioni riferibili al Covid 19, mentre sono state evitate le richieste relative alle eventuali malattie di lieve entità”, commenta l’Inps.