Cultura

Il Comune di Massa Martana censura Mistero Buffo (ANCORA?!?!), ma il sindaco, di sinistra, dice che non è vero

Mi arriva un messaggio urgente: “Hanno censurato di nuovo tuo padre! Matthias Martelli doveva recitare Il primo miracolo di Gesù Bambino e hanno annullato!”. Ma come? Cos’è successo? Inizio a informarmi e la cosa mi pare impossibile. Nella ex Umbria rossa, Francesco Federici, primo cittadino eletto con la lista “Bene Comune” avrebbe annullato la serata dedicata al più noto spettacolo di Dario. Si mormora si sia allarmato per le reazioni di alcuni cittadini e preoccupato di evitare barricate virtuali in città…

Faccio la cosa più semplice: telefono in Comune e chiedo di parlare con il sindaco. Mi risponde subito; è incazzato perché, mi dice, lo si accusa di aver censurato Mistero Buffo: “Ma figuriamoci! Vogliamo intitolare una via a Dario Fo e censuriamo un suo spettacolo? Semplicemente come primo evento dopo il Covid abbiamo preferito uno spettacolo più leggero! Che andasse bene a tutti… Mistero Buffo lo ospiteremo più in là…”.

Resta il fatto che a 50 anni dal debutto, Mistero Buffo fa ancora incazzare certi ambienti cattolici oltranzisti e che Mathias come Mario Pirovano, Lucia Vasini, Ugo Dighero, Marina de Juli, Elisa Pistis incontrano continuamente difficoltà a portarlo in scena: teatri e altri spazi di proprietà della Curia negati e serate che saltano all’ultimo memento…

La polemica contro Mistero Buffo esplose nel 1977 quando venne trasmesso dalla Rai. Sopratutto fece incavolare L’Osservatore Romano il monologo su Papa Bonifacio VIII°, descritto come un sanguinario vizioso, il che è l’indubitabile realtà storica…

Ma poi venne papa Wojtyla che domandò perdono per le violenze perpetrate dalla Chiesa nei secoli… E negli anni successivi alcuni vescovi ed eminenti intellettuali cattolici hanno poi riconosciuto che il teatro di Dario raccontava la storia di Gesù e quella di San Francesco (il santo giullare), in modo tanto pieno ed emozionante da essere più vicino allo spirito della Fede, di molti racconti ufficiali.

Ad esempio, il Gesù delle Nozze di Cana che si preoccupa che ci sia grande festa e vino per tutti. E il San Francesco che parla con gli uccelli, abbraccia i maiali e condanna la guerra mostra tutta la sua gentilezza e il suo candore senza perdere la forza dell’indignazione satirica verso la violenza e la decadenza dell’alto clero.

Il primo miracolo di Gesù Bambino è poi un monologo che non può proprio offendere nessuno. Gesù è ancora un bimbetto, e come può essere per un bambino piccolo essere contemporaneamente un essere umano e un Dio? Da questa domanda nasce una storia che ci ridà per intero il mistero di Gesù.

Il bimbo, profugo in Egitto, viene maltrattato dagli altri bambini che lo chiamano con disprezzo “Palestina” e ne soffre; allora per farseli amici fabbrica un uccellino d’argilla e lo fa volare. Entusiasti tutti i bambini si mettono a modellare uccellini che il piccolo palestinese fa librare in aria nonostante le forme realizzate siano in alcuni casi assurde ma il piccolo Dio può far volare qualsiasi cosa. Arriva però il figlio di un nobile che lo maltratta, e allora lui, con una reazione spropositata, infantile, reagisce e con un semplice gesto lo fa cadere a terra morto. Ma per fortuna la Madonna interviene, sconvolta, e lo convince a resuscitarlo.

Un racconto che mostra in modo geniale, attraverso una favola toccante, la contraddizione terribile nella quale Gesù ha vissuto: uomo e Dio.

Per tornare a quel che è successo, i fatti sono questi: il 29 agosto doveva andare in scena Matthias Martelli con Il primo miracolo di Gesù Bambino, che fa parte di Mistero Buffo (che negli anni è diventato un insieme di pezzi teatrali che durano complessivamente una decina di ore…).

Lo spettacolo, con la regia di Eugenio Allegri e la produzione del Teatro Stabile di Torino, era stato proposto a Massa Martana dagli organizzatori del Lunga Vita Festival con tanto di contratto firmato con Matthias Martelli; ma il 21 agosto arriva una mail dagli organizzatori che comunica: “[…] segnaliamo le problematiche riscontrate con l’Amministrazione Comunale di Massa Martana, che si è opposta alla realizzazione dello spettacolo in oggetto in quanto non lo ritengono adeguato (per i temi attinenti alla religione cattolica) alla loro popolazione”.

Resta oscuro come mai il Comune si sia reso conto che lo spettacolo era in programma a pubblicità già iniziata… Chiedo al sindaco la sua versione: “Sicuramente c’è stato un problema nell’ufficio che se ne occupa…” ma mi assicura che non c’è stata un’insurrezione di ambienti dell’intransigenza cattolica…

Speriamo comunque che prima o poi anche a Massa Martana possano vedere questo spettacolo… Sperando che nessuno perda le staffe…

In Italia e anche nel resto del mondo c’è una recrudescenza di desiderio di risse: nello sport, in politica, nella scienza… Troppi pronti a odiare e ad alzare la voce.

Servirebbe un po’ più di ascolto delle parole di Gesù anche tra i non credenti. A essere mansueti ci si guadagna. Non mansueti come le pecore; mansueti come San Francesco. Lottare con dolcezza. La forza sta nel non mollare. Una goccia d’acqua non ha mai ferito nessuno. Ma si sa che le gocce aprono in due le rocce.

PS.
Attrici e attori che portano in scena Mistero Buffo (in ordine alfabetico):

Marina De Juli: Ho visto un Re: Mistero Buffo e altre storie dal repertorio di Dario Fo e Franca Rame
Ugo Dighero: Mistero Buffo e altre storie dal repertorio di Dario Fo e Franca Rame
Matthias Martelli: Mistero Buffo: l’attore porta in scena monologhi singoli oppure l’edizione dello spettacolo rivisitata per i 50 anni
Mario Pirovano: Mistero Buffo 50: allestimento dello spettacolo prodotto dalla Compagnia teatrale Fo Rame in occasione del 50esimo anniversario dalla prima messa in scena
Elisa Pistis: Mistero Buffo, l’attrice ha tradotto il monologo Maria alla Croce in Sardo.
Lucia Vasini: Mistero Buffo: Parti femminili di Dario Fo e Franca Rame, spettacolo tutto al femminile prodotto dalla compagnia teatrale Fo Rame
PPS:
Dario Fo religioso a modo suo: il parere di alcuni cattolici
Intervista a Famiglia Cristiana
Articolo su L’Avvenire