Lo sport americano non resta in silenzio dopo che a Kenosha, in Wisconsin, un poliziotto ha sparato diversi colpi di pistola alla schiena dell’afroamericano Jacob Blake, lasciandolo paralizzato. Il primo passo l’ha fatto l’Nba, con i Milwaukee Bucks che alle 22 di ieri non si sono presentati in campo per la gara-5 contro Orlando Magic. Poi il boicottaggio si è esteso a macchia di leopardo: nelle ultime ore sono state posticipate tre partite della Major League Baseball e cinque sfide della Major League Soccer, perché i giocatori si sono rifiutati di scendere in campo in segno di solidarietà con la protesta antirazzista esplosa in Usa. Non sono da meno gli sport individuali. La campionessa giapponese di tennis Naomi Osaka ha annunciato che non intende disputare la semifinale dei Western & Southern Open Usa. “Prima di essere una atleta, sono una donna afroamericana“, ha twittato. L’associazione tennis Usa ha quindi concordato di fermare tutti gli incontri di oggi. Plausi da Obama: “Ci vorranno tutte le nostre istituzioni per lottare per i nostri valori“.
Nel frattempo va avanti l’inchiesta per accertare le dinamiche dell’accaduto. Le autorità del Wisconsin hanno annunciato in conferenza stampa di aver identificato il poliziotto che ha sparato i sette colpi alla schiena di Blake, ferendolo gravemente. Si tratta di Rusten Sheskey, un agente con sette anni di servizio al dipartimento di polizia di Kenosha. È stato lui, secondo la ricostruzione dell’attorney general del Wisconsin, ad aver usato la pistola mentre teneva il 29enne afroamericano per la camicia dopo che i suoi colleghi avevano usato il taser senza successo e il giovane stava entrando nella sua auto. In base a quanto si apprende, Blake aveva ammesso agli agenti di essere in possesso di un coltello. Per ora, ha concluso il procuratore, non è prevista alcuna accusa nei confronti dei poliziotti coinvolti.
Una decisione che ora rischia di scatenare una nuova ondata di proteste, riesplose nei giorni scorsi negli Usa a tre mesi dalla morte di George Floyd. A Kenosha due manifestanti antirazzisti del movimento Black Lives Matter sono rimasti uccisi negli scontri. La polizia ha arrestato un 17enne con l’accusa di omicidio volontario. Si tratta di Kyle Rittenhouse, un ragazzo con la passione per le forze dell’ordine, tanto che sembrava considerare se stesso un membro della polizia. Lo scrive il Guardian esaminando una serie di post sui social. Un account Facebook col suo nome, non più accessibile, contiene foto del giovane che posa con un apparente fucile d’assalto. Il testo a corredo dell’immagine contiene lo slogan pro polizia “blue live matter”. In una pagina appartenente ad una donna di mezza età che identifica Kyle come suo figlio, i due posano insieme e il ragazzo indossa una divisa in stile polizia.