La regione Campania non segue le indicazioni del ministero dell'Istruzione e si organizza per la misurazione della febbre agli alunni all'ingresso della scuola. Pronti 5 milioni di euro per fornire le attrezzature necessarie agli istituti scolastici. Presidi spaccati, metà favorevoli, metà contro. Il timore che aumentino lavoro e responsabilità
La Regione Campania misurerà la febbre a scuola ai suoi studenti e lo farà mettendo a disposizione dei termoscanner per ogni scuola. Lo ha deciso il presidente Vincenzo De Luca con l’assessore all’istruzione Lucia Fortini. A differenza delle indicazioni del Cts e della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che prevedono che la temperatura sia verificata a casa dalle famiglie, a palazzo Santa Lucia hanno deciso di mettere in moto una macchina organizzativa che consentirà ai dirigenti scolastici di poter avere i termoscanner. Un investimento previsto di cinque milioni di euro per circa due mila strumenti che andranno dalla semplice “pistola” ai sistemi più sofisticati come quelli che vediamo negli aeroporti.
“Lunedì scorso – spiega l’assessore Fortini – De Luca ha convocato una riunione con l’Unità di crisi e tutti i direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliere per affrontare alcune problematiche tra cui quella dei termoscanner. La protezione civile ora sta verificando scuola per scuola la situazione per capire di quale strumento hanno bisogno”. In una realtà con 100 ragazzi è più facile usare la “pistola” mentre dove vi sono migliaia di studenti serve un termoscanner diverso. “Domani – continua l’assessore – dovremmo avere i dati della protezione civile. A quel punto verificheremo con una manifestazione d’interesse quanti dirigenti scolastici sono interessati. Sarà una scelta volontaria, non obbligatoria. Il presidente per ora non ha intenzione di fare un’ordinanza”.
La Regione Campania ha potuto scegliere questa strada in virtù del fatto che la questione sanitaria resta una competenza regionale ma in ogni caso per poter installare un termoscanner serve l’ok dei capi d’istituto e dei proprietari degli edifici ovvero gli enti locali: “Escludo – dice l’assessore – che un sindaco si rifiuti di far posizionare un termoscanner. Mentre tra i presidi c’è una metà che è assolutamente favorevole mentre un altro 50% circa teme che possa aumentare il lavoro e la responsabilità”. Per andare incontro a quest’ultimi la Regione ha pensato ad una soluzione pratica: “De Luca ha ipotizzato l’uso della protezione civile. Ci potrebbero essere circa 4500 volontari disponibili. Stiamo verificando il tutto”, precisa l’assessore. Fortini ci tiene a motivare la decisione presa: “In questo modo vogliamo evitare situazioni di panico nelle scuole. Immagini se un bambino entra in aula e poi si scopre che ha la febbre. Scatterebbe subito la paura. Vogliamo escludere questo problema”.
Intanto oggi durante la riunione tra le Regioni e parte del Governo a manifestare un certo interesse per l’uso del termoscanner è stato anche il presidente della Regione Emila Romagna Stefano Bonaccini. A scegliere la strada della misurazione della temperatura corporea ai bambini a scuola è anche il Comune di Roma che ha presentato le linee guida sulla ripresa delle lezioni per nidi e scuole dell’infanzia: la febbre sarà verificata ai piccoli ma anche ai genitori che li accompagnano a scuola.