Uccisa da un albero è caduto sulla sua casa. Una 14enne di Leesville, in Louisiana, è la prima vittima dell’uragano Laura, che si sta muovendo nel sud-est degli Usa ed è stato ora declassato a categoria 1. Ma nello Stato – già colpito da Katrina nel 2005 – più di 403mila persone sono rimaste senza corrente elettrica, e altre 104mila in Texas.
Per gli esperti, chi abita nelle aree che Laura dovrebbe toccare non c’è altra soluzione che evacuare, a prescindere dalle preoccupazioni per il coronavirus. Tanto che è già stato ordinato a 600mila persone di abbandonare le proprie case nelle zone lungo la costa del Golfo: si tratta dell’evacuazione maggiore negli Usa durante la pandemia. Le aree più a rischio sono quelle al confine tra Texas e Louisiana, comprese le città texane di Beaumont, Galveston, Port Arthur e le parrocchie di Calcasieu e Cameron, nel sud-ovest della Louisiana, dove i meteorologi hanno detto che l’uragano potrebbe sommergere intere comunità.
La Fema (la protezione civile americana) ha spiegato che il presidente Donald Trump ha approvato aiuti federali di emergenza per integrare gli sforzi di risposta statale e locale dei due Stati nelle aree più colpite. E gli ospedali si stanno preparando ad affrontare una doppia sfida: le conseguenze di un uragano durante una pandemia. “È una follia”, ha spiegato Darrell Pile, Ceo del Southeast Texas Regional Advisory Council, che coordina la risposta medica di emergenza in 25 contee lungo la costa.
L’Us National Hurricane Center di Miami ha fatto sapere che Laura dovrebbe portare mareggiate pericolose per la vita, venti estremi e inondazioni improvvise sul Texas orientale e la Louisiana. L’osservatorio, stilando una panoramica dei potenziali danni, ha avvertito che “la maggior parte degli alberi verrà spezzata o sradicata e i pali della corrente abbattuti, le interruzioni di corrente dureranno settimane o forse mesi e la maggior parte dell’area sarà inabitabile per settimane o mesi: ci sono solo poche ore rimaste per proteggere la propria vita o le proprietà”.