Ventuno ospiti e un operatore sanitario sono risultati positivi in una residenza per anziani. Il focolaio è stato scoperto nella rsa Quarenghi, nella periferia Nord Ovest di Milano, come riporta il quotidiano Il Giorno. A presentare sintomi è soltanto una delle persone risultate infette: sono stati proprio loro a indurre la struttura a sottoporre l’ospite al tampone, risultato positivo. A quel punto il test è stato eseguito su tutti gli utenti della residenza (oltre 120) e al personale ed è così che si è scoperto il focolaio. Dei 21 positivi la metà sono già stati ricoverati in ospedale in reparti Covid, gli altri dieci sono isolati in attesa di un posto, mentre l’operatore è stato messo a riposo. “La situazione – assicurano da Coopselios, che gestisce la struttura – è gestita e monitorata quotidianamente dal personale sanitario e socio-assistenzale dell’ente gestore nel rispetto delle procedure e dei protocolli in essere”. La gestione delle residenze per anziani in Lombardia, che è sede del 60% delle strutture del Paese, è stata al centro delle polemiche sin dall’inizio della pandemia. Se la Regione ha sempre dichiarato che i pazienti Covid trasferiti nelle strutture sono stati “solo 147, in 15 strutture”, i documenti sequestrati dagli investigatori al Pio Albergo Trivulzio di Milano parlano di 7.500 pazienti, dei quali 4.700 Covid a bassa intensità e 2.800 negativi (anche se non tutti erano stati sottoposti al doppio tampone per escludere definitivamente la positività).

Ma nuovi casi di contagio sono stati riscontrati anche in Toscana: nella Rsa ‘Cocconi-Bernabei’ di Montepulciano (Siena) tre operatrici sanitarie sono risultate positive al Covid-19, come ha annunciato su Facebook il presidente della Misericordia di Montepulciano Adriano Giuliotti, spiegando che i 40 ospiti sono invece risultati negativi. Giuliotti assicura che nella casa di riposo “le precauzioni sono davvero molte” e che “unitamente al modo di lavorare scrupoloso con mascherine, tute e guanti, hanno finora funzionato bene. Ci tengo a rassicurare l’opinione pubblica che gli ospiti sono tutelati con cordoni sanitari importanti”. Una ventina, fra addetti della Rsa e dei servizi socio-sanitari che la Misericordia eroga, sono stati posti in isolamento. “Ci siamo subito attivati per sostituire il personale – informa Giuliotti – rimodulando i servizi e da oggi ci saranno già tre addetti grazie a un bando di Siena Soccorso che consente di reperirli in tempi rapidi”.

La rsa Quarenghi, che si trova in zona Bonola, è stata una delle poche strutture per anziani “risparmiata dalla prima ondata” di Covid-19, come spiega all’Adnkronos Vittorio Demicheli, direttore sanitario dell’Ats di Milano che rivela una “spia d’allarme” nel focolaio emerso oggi, perché è il primo nella metropoli meneghina post emergenza: “Il virus circola e fa breccia“, spiega Demicheli, sottolineando che la Rsa Quarenghi “è una casa di riposto con buon curriculum: non è stata colpita dalla prima ondata e sono state già fatte le verifiche ispettive. Dal punto di vista procedurale e dei protocolli aveva passato tutti gli esami“, dice Demicheli. Il direttore sanitario dell’Ats di Milano quindi aggiunge: “Occhio che se è il virus arrivato alla Quarenghi, che noi consideravamo a basso rischio, entra ancora facilmente ovunque“.

Dall’altro lato Demicheli evidenzia anche “un’anomalia positiva“: nessuno degli anziani “è in condizioni severe, molti sono asintomatici e i casi sono stati scoperti con il tracciamento”. Colpiscono, conclude l’esperto, “tanti asintomatici, se si considera che siamo in una categoria – quella degli anziani ospiti di Rsa – fragile e in età molto avanzata“. Il ricordo dei momenti più drammatici dell’emergenza Covid-19 brucia ancora. E l’eccesso di mortalità rilevato è stato particolarmente alto proprio nella fascia d’età più avanzata. “Questa maledetta infezione non ci dà certezze. E non è che nelle case di riposo si può essere sicuri di tenere fuori il virus, anche se si fa tutto bene“.

Immagine d’archivio

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