L'attore è intervenuto sul palco del Piccolo cinema America e parlato del suo film Si vive una volta sola che non è ancora uscita nelle sale causa covid-19 ma anche della "dittatura" del politicamente corretto
“Il mio ultimo film, permettete la presunzione, credo mi sia venuto molto bene. Quando ho fatto vedere il film c’è stata una critica che mi ha criticato il fatto che in primo piano c’era il fondoschiena di mia figlia che aveva degli slip e cercava un orecchino che le era caduto, io parlo e lei mi risponde dandomi il fondoschiena e la critica mi ha fatto un articolo contro dicendo che era disgustoso”. Parole di Carlo Verdone che è intervenuto sul palco del Piccolo cinema America. L’attore e regista si riferisca a Si vive una volta sola, la sua nuova pellicola che non è ancora uscita nelle sale causa covid-19. Presentato alla stampa mesi fa, il regista ha parlato del film con Anna Foglietta, Rocco Papaleo e Max Tortora: “Sembrava una critica del 1932, ma che cavolo è? – ha continuato – Non si può stare con le mutande così? Ci stiamo rendendo conto di quello che vediamo anche nelle serie televisive, dobbiamo fare polemica anche per questo? A quel punto mi sono cascate le braccia e ho detto che se continuiamo così, con questo politicamente corretto portato all’esasperazione, avremo grossi problemi in sede di sceneggiatura, faremo meno ridere”. Secondo Verdone è “un errore micidiale, perché a forza di seguire il politicamente corretto, uno si sente sempre incatenato in qualche modo… Anche tanti miei colleghi iniziano ad averne un po’ le palle piene di questo politicamente corretto, perché sta diventando un po’ una patologia. Basta per cortesia”.