La commissione Lavoro della Camera aveva chiesto al presidente Inps di fare i nomi. In una lettera "interlocutoria" lui scrive che "l'Istituto ha sospeso ogni ulteriore attività di trattamento di tali dati e sta valutando l'ipotesi di differire la decisione sull'ostensione o meno dei medesimi all’esito delle determinazioni del Garante". Che però aveva già chiarito che nulla osta alla pubblicazione
Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico fa ancora melina sui nomi dei cinque deputati – tre dei quali si sono “autodenunciati” – e decine di politici locali hanno chiesto il bonus 600 euro per le partite Iva. Nella risposta “interlocutoria” inviata il 29 agosto alla presidente della commissione Lavoro della Camera Debora Serracchiani, che su invito di Tridico aveva fatto “richiesta formale” di conoscere i nominativi, l’economista ha infatti ancora una volta tirato in ballo il Garante della Privacy. Rinviando la risposta “all’esito delle determinazioni che verranno assunte dall’Authority”. Tanto che la Serracchiani intende ora chiamare in audizione il Garante stesso, per “chiarire le condizioni che ancora ostano alla comunicazione da parte dell’Inps dei nominativi dei beneficiari del bonus che ricoprono cariche politiche elettive a livello nazionale e locale”.
La nuova mossa arriva a venti giorni dalla notizia che cinque deputati – tre dei quali si sono “autodenunciati” – e decine di politici locali hanno chiesto il bonus 600 euro per le partite Iva. Tre settimane durante le quali l’istituto di previdenza ha continuato a proteggere i loro nomi nonostante il Garante abbia chiarito che nulla osta alla pubblicazione. Anzi, i beneficiari di contributi pubblici vanno sempre resi noti quando – come in questo caso -“da ciò non possa evincersi una condizione di disagio economico-sociale“. Regola tanto più valida per persone che svolgono una funzione pubblica e il cui diritto alla privacy è quindi attenuato.
Eppure l’istituto previdenziale continua a prendere tempo. Nella risposta inviata alla Serracchiani, Tridico ricorda che “è in corso un’istruttoria presso il Garante per la protezione dei dati personali riguardante il trattamento dei dati personali effettuato dall’Istituto per la verifica della sussistenza dei presupposti per beneficiare dei sussidi richiesti con le istanze presentate e liquidate” e “l’Istituto ha, al momento, sospeso ogni ulteriore attività di trattamento di tali dati e sta quindi valutando l’ipotesi di differire la decisione sull’ostensione o meno dei medesimi” all’esito delle determinazioni che verranno assunte dal Garante.
Sabato l’avvocato Caterina Malavenda, esperta di diritto dell’informazione, in un commento sul Corriere della Sera ha evidenziato che “i beneficiari del bonus e coloro che lo hanno chiesto, senza ottenerlo, scaduto il termine per la presentazione delle liste elettorali potrebbero ora essere fra i candidati alle prossime elezioni”.