Ebbene si, i “furbetti del Covid” ci sono anche in Svizzera. Secondo un rapporto della radiotelevisione svizzera RTS, oltre 400 procedimenti penali sono stati avviati dalle procure cantonali in relazione alla concessione dei prestiti Covid-19 garantiti dalla Confederazione. Considerando che i prestiti concessi sinora sono stati 136 mila per un totali di 17 miliardi di franchi (16 miliardi di euro) significa che su un prestito ogni 340 gravano sospetti di frode. Per ora. Il numero potrebbe infatti aumentare in caso di ulteriori segnalazioni.

Mesi fa la Svizzera era stata giustamente elogiata per la rapidità con cui i prestiti garantiti dallo stato affluivano alle aziende. Ma velocità e semplificazione delle procedure,, a quanto pare ha avuto anche qualche risvolto negativo. Le frodi segnalate vanno da false indicazioni sul fatturato, dal quale dipendono in parte gli importi dei prestiti, all’impiego dei fondi per acquisti personali. La maggior parte delle denunce sono pervenute ai tribunali tramite l’Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro (MROS), a sua volta allertato dagli istituti bancari. Il rapporto più alto tra crediti concessi e sospetti di frode si registra nella città di Basilea, seguita da Lucerna e Zugo. In valori assoluti primeggiano la zona di Zurigo (76 segnalazioni) e quella di Vaud (67).

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