Tracollo per l’economia indiana nel secondo trimestre del 2020. Il Prodotto interno lordo ha registrato una contrazione del 23,9% a causa della chiusura delle attività dettate dalla pandemia. Nonostante le misure di contenimento la diffusione del virus appare fuori controllo con contagi giornalieri che sfiorano quota 80 mila e il totale dei casi a 3,6 milioni. Come per molti altri paesi si tratta della contrazione del Pil più forte di sempre ed è peggiore rispetto al meno 19% atteso dagli esperti. Più nel dettaglio il prodotto dell’industria è diminuito del 40%, quello delle costruzioni del 50%, l’attività di hotel e ristoranti si è contratta del 47%. Ad arginare il calo sono agricoltura e spesa pubblica. Tra i dati diffusi dall’istituto nazionale di statistica anche il consumo di acciaio, diminuito tra aprile e giugno del 57%.

Anche la Turchia vive la sua peggior contrazione trimestrale di sempre. Il Pil è sceso dell’ 11%, facendo tuttavia leggermente meglio delle attese e calando meno rispetto ad altri paesi emergenti. L’industria manifatturiera ha registrato un meno 18%, i servizi un meno 25%. Le esportazioni sono diminuite del 35%. La caduta è stata parzialmente attutita dalle misure espansive decise da Ankara per favorire il credito a imprese e famiglie. Il rovescio della medaglia è stato l’indebolimento della valuta locale. Negli ultimi tre mesi la lira turca ha perso il 13% nei confronti dell’euro e dell’8% sul dollaro. Un grosso problema per un paese che come la Turchia con un debito in valuta estera di circa 430 miliardi di dollari.

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