Un appello diretto, senza l’uso di mezzi termini: “Gli elettori del M5s sanno che possono tranquillamente votare me come presidente e il M5s come partito, attraverso il voto disgiunto. Questa è l’unica strada per non indebolire il governo e salvare la Puglia”. A venti giorni dalle Regionali, Michele Emiliano chiede supporto ai suoi potenziali elettori che votano Cinque Stelle seguendo la strada aperta in Emilia-Romagna da Stefano Bonaccini che, proprio come il governatore pugliese uscente, ricevette un “no” dalla struttura territoriale pentastellata e si rivolse direttamente ai suoi elettori per vincere la corsa alla presidenza. Suggerimento arrivato nei giorni scorsi, anche per le Marche, dal segretario del Pd Nicola Zingaretti.
“Il dialogo con il Movimento 5 stelle resta aperto, prima e dopo il voto, sulle cose da fare insieme, su come migliorarci a vicenda, su come generare cambiamento positivo. Ringrazio Conte e Di Maio per aver avviato questo percorso politico”, dice Emiliano in un’intervista a La Gazzetta del Mezzogiorno ricordando la spinta per l’alleanza data dal premier e dal ministro degli Esteri, ma non concretizzatasi per l’opposizione dei Cinque Stelle pugliesi, in primis dalla ri-candidata governatrice Antonella Laricchia fino all’ex ministra Barbara Lezzi.
E le argomentazioni di Emiliano, già indebolito nella corsa a due contro Raffaele Fitto a causa dello strappo di Italia Viva e Azione, seguono in parte quelle espresse dal presidente del Consiglio in un’intervista a Il Fatto Quotidiano: è fondamentale, spiega il candidato del centrosinistra sostenuto da 15 liste, la convergenza dei programmi sull’ex Ilva di Taranto. “Come priorità porterò avanti la battaglia per la decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto, un punto programmatico che finalmente unisce Regione Puglia, governo con le sue principali forze, Pd e Movimento 5 stelle”, assicura.
Invece i renziani, attacca, “stanno facendo di tutto per far vincere Fitto perché Fitto, come Renzi, è per il ciclo integrato a carbone dell’Ilva”. Sono uniti, sostiene Emiliano, dall’essere “vicini alle lobby del carbone” e “lavorano in questa direzione”. La “antipatia personale”, aggiunge, è “un corollario”: “Il problema per loro, per Calenda e gli altri, è che abbiamo spostato tutto il governo nella missione della decarbonizzazione, intervenendo in una battaglia epocale per l’Europa”, ovvero la trasformazione dell’acciaieria attraverso il Green New Deal. Guardandosi alle spalle, Emiliano ammette che l’errore più grande della legislatura “è stata la scelta dell’assessore all’Agricoltura che è anche la cosa che più mi ha amareggiato. Per fortuna oggi è candidato con Fitto”, conclude riferendosi al consigliere regionale uscente Leonardo Di Gioia, che corre per la rielezione a consigliere nella lista civica a sostegno dell’ex governatore ricandidato dal centrodestra.