Il suo coraggio era stato celebrato nel film Hotel Ruanda, che raccontava di come avesse salvato 1200 persone dal genocidio. Ma ora Paul Rusesabagina, 66 anni, è stato arrestato all’estero su mandato internazionale con l’accusa di avere formato e guidato “movimenti terroristici” operanti nello stato africano.
Rusesabagina è stato insignito della medaglia presidenziale della libertà degli Stati Uniti nel 2005, tra gli altri premi da lui ricevuti e riguardanti i diritti umani. L’attivista non ha commentato le attuali accuse, ma è stato critico nei confronti del governo ruandese per lungo tempo e nel 2011 è stato accusato di aver finanziato una sovversione in Ruanda, negata da Rusesabagina e motivata con una campagna diffamatoria contro di lui.
Il film del 2004 Hotel Ruanda racconta la storia di come l’uomo, un hutu della classe media sposato con una donna di etnia tutsi, abbia usato la propria influenza, unita a tangenti, per convincere i funzionari militari a garantire una fuga sicura per le circa 1.200 persone rifugiatesi al Mille Hotel Collines, situato nella capitale Kigali. Ibuka – il gruppo di sopravvissuti al genocidio ruandese del 1994 – ha affermato in passato che Rusesabagina ha ingigantito il proprio ruolo di aiuto ai rifugiati nell’hotel sfuggiti al massacro.