A due settimane dal rientro a scuola, si definiscono più nel dettaglio le strategie per fare lezione in sicurezza: distanze, mascherine, ingressi. E cosa fare nell’eventualità di un contagio. “In caso di una positività di un alunno – ha spiegato il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ad Agorà – la quarantena per la classe è un possibilità, ma si preferirà un tampone a tutti per un ritorno più veloce a scuola“.

Oggi anche Massimo Galli, responsabile di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, è intervenuto sulla ripresa delle lezioni in un’intervista al Messaggero: “Mi pare sacrosanto: dobbiamo riaprire le scuole, non gli stadi“, ha detto, spiegando che la presenza di pubblico negli impianti sportivi potrebbe generare gli stessi effetti osservati nelle discoteche. Per quanto riguarda i tempi, ha aggiunto: “Non sarei stato scandalizzato e non lo avrei ritenuto un fallimento se le scuole avessero aperto solo il primo ottobre, In una situazione in cui tutto fosse stato sistemato a dovere”. Appena sette giorni dopo la prima campanella, infatti, le elezioni imporranno un nuovo stop. “Se devi aprire le scuole per poi chiuderle per le elezioni, le devi pulire e poi riaprire… Insomma, valeva la pena aspettare“.

Ma la sua preoccupazione maggiore, spiega, è garantire il distanziamento. “Bisognerebbe valutare sistemi alternativi, magari a rotazione fare lezione da remoto per un terzo degli scolari di una classe. Infine, avremmo bisogno di più test e presenza sanitaria nelle scuole”. Un altro nodo è la misurazione della febbre: “Farlo a casa mi lascia perplesso”. Poi c’è l’incognita influenza stagionale: “Avremo problemi quando cominceranno a esserci tutte le altre infezioni alle vie respiratorie, non mi è chiaro cosa succederà nelle varie regioni per il vaccino anti influenzale rivolto a bambini e ragazzi”. Quanto alla possibilità di fare più tamponi agli studenti, Galli spiega: “Noi stiamo studiando un sistema che velocizza i tempi: prelievo della saliva per gruppi, per classi, in modo da velocizzare i test. Se in una classe emergono tracce di coronavirus, allora si fanno i tamponi ai singoli studenti di quella classe. Si chiama pooling, ci stiamo lavorando”.

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