Uomini e orsi: contrasto perenne! Un altro momento critico è avvenuto la scorsa settimana in Trentino, ad Andalo, dove un giovane orso ha aggredito un giovane che a tarda sera (22:30 circa) passeggiava con un’amica ai bordi di un parco vicino ai boschi.
Probabilmente l’orso stava mangiando del cibo, reperito nei bidoni della spazzatura, in Trentino rigorosamente non anti orsi. Stava mangiando ed è stato disturbato dal giovane che, sentendo dei rumori, è andato a vedere cosa stesse succedendo; l’orso si è arrabbiato e lo ha da prima minacciato e poi aggredito graffiandolo. Il giovane, carabiniere di professione, quando minacciato non trova niente di meglio che tirare fuori il cellulare per, dice lui, cercare una canzone da mettere ad alto volume per spaventare l’orso e farlo allontanare!
Il presidente Maurizio Fugatti ci ha pensato davvero zero minuti. Orso catturato nella notte e il suo destino è quello di essere castrato e condannato alla prigione a vita.
Dopo l’episodio, interviene anche il commissario del governo di Trento, il quale dichiara che predisporrà una relazione per il ministro Costa, evidenziando ciò che il presidente Fugatti sostiene, cioè che gli orsi, specialmente quelli che bazzicano vicino a paesi e malghe, sono un problema di ordine pubblico e vanno rimossi.
Un problema di ordine pubblico! Qui lascio alcune riflessioni, per evidenziare quanto la provincia di Trento sia carente sotto il profilo organizzativo, dal punto di vista della gestione degli orsi.
Corridoi faunistici: se, già oltre dieci anni fa, si fosse provveduto a creare corridoi faunistici tra le valli del Trentino e le regioni montane limitrofe, gli animali avrebbero territori vasti, si espanderebbero sulle Alpi e non sarebbero ridotti a vivere in un contesto apparentemente ristretto come ora; questo permetterebbe loro di abbassare notevolmente il rischio di trovarsi a contatto l’uomo; cosa è stato fatto? Nulla!
Cassonetti anti orso e dissuasione: già oltre dieci anni fa sarebbe stato necessario dotare i paesi montani di cassonetti anti orso, come hanno ovunque in tutti i posti del mondo dove convivono con l’orso; inoltre, è noto che in alcuni paesi, abitanti lasciano residui di cibo per animali domestici nei giardini o nelle aie; anche queste abitudini inducono gli orsi ad avvicinarsi ai centri abitati per ricercare cibo e diventano così “confidenti”; cosa è stato fatto finora per migliorare questa situazione? Nulla!
Malghe e alpeggi: da oltre 15 anni l’orso è presente sui monti; ora ci sono anche i lupi, attirati dalla selvaggina in aumento su alcuni versanti del Trentino; nel 1800 l’orso era già presente e i nostri avi sfruttano i malgoni in muratura, ricoverando in essi mucche e pecore almeno per la notte, per evitare le predazioni; ora, si preferisce lasciare i capi liberi, senza controllo; molto spesso i pastori scendono a valle e salgono anche dopo giorni per controllare gli animali; molte malghe di vecchia data sono state lasciate andare in decadimento. Si è preferito mettere in piedi un sistema di risarcimento pecuniario ad allevatori e pastori che subiscono predazioni, piuttosto che investire in strutture adeguate. Cosa è stato fatto finora? Nulla!
In oltre 15 anni di progetto di reinserimento dell’orso, solo chiacchiere e lamentele; solo divulgazione della strategia del terrore, anziché formazione e informazione; nessun investimento per creare le condizioni di convivenza; ora, anche il commissario di governo che interviene per “ordine pubblico”. Siamo all’assurdo e all’inverosimile.
Manca un progetto serio di analisi scientifica dei problemi, ma il presidente Fugatti continua sulla strada, più facile e che da più visibilità, della cattura, dell’eliminazione. E se ha convinto anche chi gestisce l’ordine pubblico in Trentino, allora siamo davvero alla frutta.
Se pure il commissario del governo a Trento ammette che la questione è un problema di ordine pubblico, non rilevando invece la necessità di predisporre un piano coinvolgendo la scienza e chiamando esperti da altre parti del mondo dove gestiscono bene la convivenza tra orso e uomo, allora significa che qui in Trentino abbiamo davvero toccato il fondo.
Mi sembrano segnali di un regime autoritario, che nega la necessità di porsi in dialogo e confronto con esperti; un sistema di polizia in Trentino, per fare piazza pulita di orsi e lupi. Nessun accenno al voler progettare sistemi di convivenza. Povero il mio Trentino, come sta cadendo in basso.