L'Arpa Veneto lancia l'allarme: dopo una stagione estiva mite si sono registrate "temperature troppo alte per 19 giorni"
Diciannove giornate con temperature sopra la media. Il caldo di agosto ha accelerato lo scioglimento della neve sulle cime delle Dolomiti, facendo emergere numerosi crepacci. L’allarme è stato lanciato dall’Arpa del Veneto, dopo una stagione estiva relativamente mite per i ghiacciai: il mese di giugno è stato tra i più “freschi” dal 2001, mentre la seconda decade di luglio è stata la più fredda degli ultimi 20 anni. Le temperature basse, quindi, avevano mantenuto i ghiacciai ancora coperti delle nevi invernali, oltre a favorire nuove nevicate in alta quota.
Ma, dalla fine dello scorso mese, si è registrata solamente una nevicata oltre i 3mila metri sulle Alpi centrali. Secondo i tecnici della sede di Teolo (Padova), ci sono state 19 giornate che hanno fatto registrare temperature oltre la norma in alta quota. Non è un fenomeno nuovo: sulle Dolomiti la fase di regressione e assottigliamento dei ghiacciai è in forte accelerazione già dalla fine degli anni ’80, ma il caldo anomalo sta accelerando pericolosamente lo scioglimento. Ma ora la neve è tornata a fare la sua comparsa, con le precipitazioni della sera del 31 agosto a 2600-2800 metri di quota, e quasi tutte le cime oggi si presentano imbiancate. Le nevicate nei primi giorni di settembre non sono considerate anomale per il periodo: è già avvenuto diverse volte negli ultimi 10 anni.