Il referendum sul taglio dei parlamentari? “Serve solo a tagliare delle teste, alla Robespierre: io non ci sto”. Parola di Pier Ferdinando Casini, il decano dei parlamentari: detiene il recordo di dieci legislature consecutive tra Camera e Senato. Entrato a Montecitorio per la prima volta nel 1983 (lo stesso anno della prima elezione di Sergio Mattarella, all’epoca il capo dello Stato era Sandro Pertini mentre a Palazzo Chigi entrava per la prima volta Bettino Craxi), ci è rimasto fino al 2013: trent’anni esatti. Poi è passato a Palazzo Madama, dove è stato eletto senatore nelle ultime due legislature. Storico esponente della Dc, poi del centrodestra di Silvio Berlusconi (che lo volle presidente della Camera tra il 2001 e il 2006). infine rieletto per l’ennesima volta dai vecchi nemici del Pd di Matteo Renzi, oggi Casini fa propaganda per il No alla consultazione referendaria in programma per il 20 e 21 settembre. “Vedo molti convertiti dell’ultima ora, ma io ho votato sempre No in parlamento e non cambio idea”, ci tiene a specificare a Repubblica.it.

A chi gli cita le parole di Nicola Zingaretti, segretario del Pd che ha ricordato come il taglio dei parlamentari fosse nel patto di governo, l’ex leader dell’Udc replica: “È il pegno che chiedono i 5 Stelle per andare avanti. Ma è un taglio lineare. Non è nemmeno una riforma. Ripeto: è una presa in giro per dare ai più ingenui ‘l’idea’ di una riforma. Il Pd e Zingaretti stanno generosamente pagando un prezzo alla stabilità di governo. È un gesto ‘generoso’ , ma speriamo non venga preso per un cedimento al Movimento 5 Stelle. Anche perché il M5S non ha fatto il governo col Pd per bontà d’animo. L’ha fatto perché conveniva loro farlo. Al Pd chiedo più rigore. Non possiamo assecondare l’antipolitica”.

Curiosamente il nome di Casini era stato citato da Mattia Santori , leader delle Sardine, sempre in un’intervista a Repubblica.it e sempre per fare propaganda al No al Rreferendum. Secondo Santori con la riforma “si mortifica la rappresentanza: arriveremmo a un eletto ogni 150mila abitanti e poi ci lamentiamo che la politica è distante. Secondo voi a Bologna tra Casini e una giovane attivista per i diritti civili chi passerà? Non si manderà a casa chi sta lì da 20 anni, come ci raccontano”. Eppure Casini, dall’alto dei suoi 37 anni in Parlamento, non la pensa così. O meglio la pensa proprio come Santori: a ridurre le poltrone in Parlamento l’ex presidente della Camera non ci pensa proprio.

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