Oggi c'è Antonio Donnarumma, compagno e riserva di Gigio da 1 milione di euro l’anno. Ma il calcio è zeppo di giocatori con un cognome così pesante da trasformarsi in un macigno legato intorno al collo. E mentre un fratello corre verso la gloria e i suoi beni derivati, l’altro viene inghiottito in un limbo eterno. Ecco le loro storie
Il loro destino è racchiuso nel cognome. Così pesante da trasformarsi in un macigno legato intorno al collo, così ingombrante da attrarre gli sguardi perplessi di compagni, tifosi e allenatori. Perché c’è solo una cosa peggiore del risultare mediocri in quello che si ama: avere un fratello che riesce a eccellere nella stessa disciplina. Parenti serpenti che si prendono le prime pagine e lasciano trafiletti ironici ai consanguinei. E mentre uno corre verso la gloria e i suoi beni derivati, l’altro viene inghiottito in un limbo eterno fatto di cambi di casacca, di prestazioni opache, di solitudine. “Mio fratello è figlio unico”, cantava Rino Gaetano. E sono stati tantissimi che l’hanno pensato almeno una volta nel corso della propria vita. Soprattutto nel calcio. Ecco una carrellata di calciatori destinati a perdere sempre il confronto con i loro più quotati fratelli.