Gli indagati sono accusati a vario titolo di induzione alla prostituzione e reati in materia di stupefacenti. Coinvolto Luca Cavazza, 27 anni, agente immobiliare e candidato non eletto alle regionali di gennaio in Emilia-Romagna. Tutto è partito dalla denuncia di una madre che ha scoperto dei video nel cellulare della figlia
Ai festini a luci rosse, organizzati in una villa fuori Bologna, partecipavano anche ragazze minorenni, arruolate per fare sesso in cambio di droga. È la scoperta fatta dal nucleo operativo dei carabinieri del capoluogo emiliano – coordinato dal pm Stefano Dambruoso – che ha eseguito 6 misure cautelari disposte dal gip Letizio Magliaro. Gli indagati sono accusati a vario titolo di induzione alla prostituzione e reati in materia di stupefacenti.
Tra loro c’è Luca Cavazza, 27 anni, agente immobiliare e candidato non eletto alle ultime regionali in Emilia-Romagna con la Lega, in supporto alla corsa di Lucia Borgonzoni. Per lui, conosciuto in città nell’ambiente dei tifosi della Virtus Bologna, sono stati disposti gli arresti domiciliari. Cavazza è in politica già dal 2016, quando scese in campo per le elezioni comunali in quota Forza Italia e fu al centro delle polemiche per aver visitato la tomba di Mussolini a Predappio. Su Facebook scrisse: “Tutto quello che fu fatto non potrà essere cancellato. A noi!”. Un post poi bollato da lui stesso come una “goliardata”. Nell’inchiesta sono coinvolti pure un avvocato, un ristoratore e altri professionisti, destinatari di misure più lievi. L’imprenditore Davide Bacci, proprietario della villa in cui si sarebbe tenuti i festini, è stato portato in carcere.
Tutto è partito dalla denuncia di una madre che ha scoperto dei video hard nel cellulare della figlia 17enne. A partire dallo scorso febbraio gli inquirenti hanno quindi ricostruito il giro di baby prostitute messo in piedi dagli indagati e lunedì sono scattate le prime perquisizioni. L’ipotesi è che da ottobre 2019 fino all’inizio del 2020 almeno due minorenni abbiano partecipato ai festini che si svolgevano nella villa di uno degli indagati.
Il Carroccio fa sapere che Cavazza non è iscritto al partito. Comunque sia le contestazioni nei suoi confronti sono pesantissime: “Cavazza aveva il compito, e lo svolgeva continuamente, di individuare giovani donne da avviare alla prostituzione, ovvero da condurre nei luoghi ove tale attività di prostituzione si consumava, in cambio di cocaina. Tale attività veniva compiuta con modalità quasi professionale da parte del Cavazza”, scrive il gip di Bologna Letizio Magliaro nell’ordinanza di custodia cautelare. Il giudice, nel chiedere la misura cautelare per Cavazza, sottolinea che “l’attività quasi professionale” dell’indagato “attesa anche la sua possibilità di continui contatti anche nell’ambiente sportivo dei tifosi della locale squadra di pallacanestro, Virtus Bologna, dal medesimo frequentato, e la sua condizione di utilizzatore di sostanza stupefacente”, lo ponevano “nella continuità di reiterare le condotte”.
Oltre alla passione per la Virtus, “sono stata incuriosita dalla leadership di Cavazza – spiega la minorenne coinvolta nella vicenda – personaggio noto che coordina il tifo con il microfono”. Cavazza “è conosciuto nell’ambiente – ha sostenuto ancora la minorenne agli investigatori – perché è capace di portare ragazze nelle serate in cui c’è scambio di coca-sesso“. Agli inquirenti la ragazza ha anche raccontato di aver fatto sesso in cambio di “300 euro e cocaina“. “A casa sua ho appreso che spesso si svolgono incontri per consumare cocaina e fare sesso tanto da essere conosciuta come Villa Inferno – ha detto la vittima – Così mi aveva detto proprio Luca Cavazza quando mi aveva convinto a seguirlo”. La 17enne, unica minorenne coinvolta nella vicenda, spiega poi che “arrivati a casa di Bacci, io avevo già appreso da Cavazza che ci saremo fatti una fattanza, cioè Bacci ci avrebbe dato della coca. Infatti appena arrivati a casa di Bacci io ho visto che c’erano una decina di persone tra ragazzi e ragazze che stavano pippando“.