Le mascherine a scuola continuano a sollevare pareri contrastanti tra gli addetti ai lavori e indirettamente sui social. C’è chi le considera indispensabili per la protezione individuale. Altri che le additano come dannose e inutili. Ilfattoquotidiano.it ha chiesto a Luca Richeldi, Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio del Policlinico Gemelli e componente del Comitato tecnico scientifico, di rispondere alle domande più diffuse. La linea del Cts è quella della precauzione, l’indicazione definitiva – affidata all’ultimo comunicato stampa del comitato – è quella che i bambini e ragazzi dai 6 in su dovranno usare la mascherina a scuola, principalmente per gli spostamenti in classe, non servirà invece indossarla se è possibile mantenere la distanza di almeno 1 metro durante le lezioni. Al momento però gli esperti sono orientati a favorire le mascherine chirurgiche al posto di quelle di comunità (cioè di stoffa).

Tra i dubbi espressi dai genitori c’è anche quello sulla tipologia migliore di mascherina da far usare ai bambini. Uno studio del National Institute for Public Health and the Environment olandese ha suggerito che il grado di protezione delle maschere variava in base alla tipologia della maschera e all’età. Per i bambini, tra i 5 e gli 11 anni, le maschere chirurgiche forniscono il doppio della protezione rispetto alle maschere fatte in casa. Inoltre, uno studio, pubblicato su Preventive Medicine Reports sulle maschere indossate durante le epidemie di influenza stagionale in Giappone ha rilevato che l’uso delle mascherine era più efficace nelle classi superiori (bambini di 9-12 anni) rispetto alle classi inferiori (bambini di 6-9 anni). Qui, la gestione corretta della mascherina ha influito in modo importante sulla protezione dal virus.

Innanzitutto, che tipo di mascherina consigliate a scuola?
Le mascherine chirurgiche hanno il vantaggio della certificazione, che ne assicura l’omogeneità: per questo sono quelle raccomandate sui luoghi di lavoro. Peraltro, anche le mascherine di comunità assicurano una buona protezione delle vie aeree, a patto che vengano correttamente utilizzate.

È vero che con la mascherina si ri-respira il 50% della propria anidride carbonica e questo provoca rischi per la salute?
Circolano sono molte fake news in proposito: le mascherine non causano danni per la salute e l’uso diffuso e corretto è una delle misure più efficaci per contenere la diffusione del coronavirus. I dispositivi di protezione delle vie aeree, quando correttamente utilizzati, sono da molti anni strumenti efficaci e sicuri di prevenzione delle infezioni a trasmissione aerogena in generale. Non ci sono rischi di contaminazione o di sovrainfezioni, a patto ovviamente che vengano seguite le semplici regole per il loro corretto utilizzo, come il ricambio periodico o l’attenzione al contatto con la parte esterna. In caso di specifici dubbi è sempre comunque consigliabile rivolgersi al proprio medico curante.

Il Sars-CoV-2 è grande 120 nm, le mascherine chirurgiche bloccano virus da 2000 nm in su, quindi esiste comunque il rischio contagio?
Non è possibile fare un calcolo così diretto: ricordiamoci comunque che i virus non viaggiano “in isolamento”, ma utilizzano le goccioline di droplet emesse principalmente con la tosse e con gli starnuti, e queste goccioline sono più grandi dei virus stessi.

È consigliabile cambiare la mascherina ogni 4 ore?
Dipende dal tipo di attività che viene fatta mentre si indossa la mascherina: certamente attività quali il parlare di continuo o il respirare ad alta frequenza tendono ad inumidire la mascherina e quindi a ridurne l’efficienza di filtrazione.

Il professor Massimo Galli, responsabile del reparto Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, ha detto che “bisogna tentare l’utilizzo delle mascherine solamente all’ingresso e all’uscita della scuola”. È un’ipotesi fattibile?
Non fosse altro per il fatto che siamo tutti andati a scuola, sappiamo bene che ingresso e uscita da scuola rappresentano sempre momenti di potenziale assembramento, per cui sono circostanze in cui l’uso corretto delle mascherine è particolarmente importante. Diverso è quando seduti al banco vi è il distanziamento: in questo senso è condivisibile la posizione.

La gestione della maschera è importante, un bambino di 6-7-8 anni può riuscire ad usarla in modo appropriato?
Certamente, se ben informato sul corretto utilizzo e, soprattutto, sull’importanza del suo impiego.

Le mascherine, dopo essere state indossate, non devono essere toccate sulla superficie esterna? Quali sono i rischi?
Il rischio è quello di toccare con le dita una superficie potenzialmente infetta e poi di portare quelle stesse dita alla bocca o agli occhi. L’uso delle mascherine è uno degli strumenti per prevenire la trasmissione del coronavirus, ma non l’unico e non funziona in isolamento: deve essere associato a corretta e frequente igiene delle mani (più spesso con gel idroalcolici) e, ovviamente, distanziamento fisico. Ultimo, ma non meno importante, l’utilizzo dell’app Immuni, utile soprattutto tra gli adolescenti.

Ipotizzo uno scenario possibile: se un bambino trovasse una mascherina per terra, nel corridoio o in classe, è sconsigliato che la raccolga con le mani? Che comportamento dovrebbe avere?
In generale, non dovrebbe essere compito di un bambino raccogliere da terra una mascherina usata. Come per tutti gli oggetti che si trovano a terra, è buona norma igienica che non vengano raccolti da un bambino, che, per sua natura, è più spesso portato a toccare bocca e occhi con le mani.

Durante la ricreazione, mentre si fa merenda, o nei pranzi a mensa, la mascherina non si può evidentemente usare, questo significa che ci si può contagiare in quei momenti?
Non necessariamente, questo significa che bisogna fare attenzione a quelle misure di prevenzione che sono ormai ben note: quindi, importanza del distanziamento e dell’igiene delle mani. Almeno con la bella stagione, sarà utile approfittare della possibilità di organizzare queste attività all’aperto, o almeno in stanze in cui sia possibile una buona ventilazione naturale attraverso le finestre.

Finora, l’efficacia e l’impatto delle maschere per bambini durante l’attività fisica non sono stati studiati. Per le attività in cortile? Lo sport? La mascherina si userà?
L’utilizzo della mascherina è ovviamente più difficoltoso durante le attività fisiche: per questo, non saranno utilizzate durante questa fase delle attività scolastiche. Ciò non toglie che comunque debbano essere messe in atto le altre misure preventive come un maggior distanziamento e svolte possibilmente all’aria aperta.

Diversi studi – come quello Center for Public Health, University of Pittsburgh – hanno rilevato che fattori come il calore, l’irritazione, le difficoltà respiratorie, il disagio, la distrazione, la scarsa accettabilità sociale sono state segnalate dai bambini quando hanno usato le mascherine. Quanto può influire sul corretto uso?
Certamente l’utilizzo delle mascherine crea un certo disagio, a tutte le età. Altrettanto certamente però, esse rappresentano uno strumento di sicura efficacia nella riduzione del contagio. Questi due fatti vanno conciliati attraverso un utilizzo razionale delle mascherine quando necessario e un’attenta spiegazione a bambini e genitori sul perché questa misura sia al momento di cruciale importanza. Un sacrificio necessario, non enorme e speriamo temporaneo.

In alcuni paesi, le linee guida e le politiche raccomandano una diversa e più bassa soglia di età per l’uso della maschera. Ci sono rischi di contagio anche sotto i 6 anni?
Nessuna età è a rischio zero: però sappiamo che nei bambini più piccoli il tasso di contagio è più basso. Questa è certamente una buona notizia, che consentirà un utilizzo più mirato dei presidi di prevenzione del contagio nella popolazione pediatrica.

I bambini con gravi disturbi cognitivi o respiratori che hanno difficoltà a tollerare una maschera non dovrebbero in nessun caso essere tenuti a indossare le maschere?
Certamente questi bambini (come anche gli adulti nelle medesime condizioni) dovranno essere oggetto di attenta valutazione caso per caso sull’opportunità di indossare le mascherine. Si tratta sempre di valutare il rapporto tra il rischio di infettarsi e gli effetti negativi delle mascherine: genitori, educatori e medici saranno in gradi di valutare quale soluzione sia la migliore per ciascun bambino.

Molte scuole – nidi ed elementari – stanno già organizzando le entrate per scaglioni orari. Oltre ai bambini, anche gli adulti non devono radunarsi davanti le scuole? Nonni, genitori, baby-sitter…
Certamente: gli assembramenti, non importa se fatti da bambini o da adulti, sono i luoghi dove il coronavirus trova la condizione ideale per diffondersi. Lo scaglionamento degli orari, già dimostratosi efficace per le attività commerciali, sarà certamente utile anche per quelle scolastiche.

“Non c’è un Paese che faccia quello che fa il Paese limitrofo”, parola del coordinatore del Comitato tecnico-scientifico Agostino Miozzo, riferendosi alla misura più sentita (o invisa), la mascherina. Perché c’è tutta questa discrezionalità? Le conoscenze scientifiche non dovrebbero essere uniformi in tutte le nazioni?
Le conoscenze scientifiche sono uniformi: il problema vero è che sono molto limitate. Proprio per questo motivo il nostro ministero della Salute ha organizzato, insieme all’Ufficio Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, una Consensus Conference su questo specifico tema. Quando le incertezze sono molte, la condivisione di esperienze, sia quelle positive che quelle negative, è fondamentale. È il caso di dire che l’unione fa la forza.

Lo studio olandese

Preventive Medicine Reports

Center for Public Health, University of Pittsburgh

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