Nel comune del Napoletano, l'ambientalista Enzo Falco ha messo d'accordo M5s, Partito democratico, Iv, verdi e le liste di sinistra: "Se ci si confronta sulle cose da fare, l'alleanza è replicabile anche a livello nazionale"
I fari sono tutti accesi su Pomigliano D’Arco (Napoli), la Rignano di Luigi Di Maio, ribattezzata ‘laboratorio politico’ perché primo e più importante esempio dell’intesa Pd-M5s alle Comunali intorno al nome del professore Gianluca Del Mastro. “Non possiamo che essere alternativi allo scenario dei loro esperimenti di convivenza stabile”, così il presidente di Italia Viva, Ettore Rosato, ha spiegato perché a Pomigliano i renziani osteggeranno Del Mastro e sosterranno il centrodestra. Eppure, a luci spente, nella vicina Caivano che torna al voto dopo due anni di commissariamento per infiltrazioni camorristiche, c’è un candidato sindaco, l’ambientalista Enzo Falco, che ha messo d’accordo tutti: Pd, M5s e Italia Viva. E anche i verdi, liste civiche di sinistra e pure Articolo 1, unico comune del napoletano dove compare il simbolo.
Falco, se Pomigliano è un ‘laboratorio politico’, allora Caivano cosa è?
È qualcosa di più.
Come è riuscito a far alleare piddini, pentastellati e renziani?
A livello locale contano molto il rapporto tra le persone e i tempi del percorso. Avevamo iniziato da diverso tempo a dialogare tra tutti i partiti e le liste civiche di centrosinistra e ci siamo subito ritrovati sugli obiettivi e sul metodo di lavoro. Poi ogni partito ha i suoi processi decisionali interni: il M5s ha sciolto il nodo solo dopo il voto su Rousseau, ma da tempo interloquiva con noi.
È stato difficile allargare la coalizione?
È stato naturale. Credo molto nel ritorno della politica, in un salto di qualità delle regole dei processi decisionali che a livello locale sono molto confusi, spesso non si sa chi decide e cosa. Forse sono stato bravo nel scegliere le persone, nel farle comunicare e confrontare per arrivare a una sintesi. Politica con la “p” maiuscola.
Lo ‘schema Caivano’ è replicabile a livello nazionale?
Credo di sì. Ho fiducia. La crisi del Covid, la necessità di rafforzare la sanità pubblica, gli ingenti finanziamenti in arrivo del Recovery Fund, disegnano un quadro sul quale c’è poco da dividersi. Capisco i diversi punti di vista, lo spirito di competizione, ma se ci si confronta sulle cose da fare – aggiungo la questione ambientale, la terra dei fuochi, il cambiamento climatico – questa coalizione è valida anche per un governo: come si fa a non mettersi d’accordo su un’idea di Paese futuro?
A proposito di governo: nella sua campagna elettorale sarà coinvolto qualche ministro?
Caivano è l’unico comune del Napoletano dove Articolo 1 è presente col simbolo e il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha assicurato un video a sostegno della lista e della mia candidatura. E anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha promesso un aiuto e un intervento in pubblico. Spero venga anche il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che da capo della polizia provinciale collaborò con il mio assessorato nella giunta di Amato Lamberti: ho apprezzato il protocollo che da ministro ha firmato in Prefettura per finanziare la rimozione dei rifiuti tossici a Caivano e Giugliano e un sistema di videosorveglianza che ci protegga dai roghi. La mia prima ordinanza da sindaco sarà proprio contro i roghi tossici.
Caivano è stata sciolta per camorra nel 2018 e torna al voto dopo un lungo commissariamento, iniziato l’anno prima per la sfiducia al sindaco di centrodestra Carmine Minopoli.
C’è una voglia di riscatto, di ritrovare il senso di comunità e di appartenenza. Vogliamo riprendere a camminare con le nostre gambe.