Il ministro dell'Economia ribadisce che i dati indicano un "forte rimbalzo" nel terzo trimestre. E conferma che il governo intende proseguire con il taglio del cuneo fiscale, che però va finanziato rimodulando sconti e detrazioni. Non si possono usare i fondi europei, come ricordato dal commissario Ue Paolo Gentiloni. Mea culpa sulla cig in deroga: "Dovevamo cambiarla subito"
Le procedure per la cassa integrazione in deroga “si sono rivelate troppo lente” e andavano cambiate “da subito”. È questo il principale “errore” ammesso dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nel ricordare i provvedimenti messi in campo nella prima fase dell’emergenza coronavirus. Ora invece il pensiero è rivolto alla riforma fiscale – dossier rimasto nel cassetto causa emergenza – da avviare in parallelo alla prossima manovra e a come utilizzare le risorse a valere sul Recovery fund. La prima tappa sarà però l’aggiornamento sulle previsioni di crescita da mettere nero su bianco nella Nota di aggiornamento al Def, entro fine settembre. Il crollo dell’8% stimato dal governo qualche mese fa andrà rivisto in peggio, “ma non così tanto”, anticipa il ministro. “Tutti i previsori che indicavano -11, -12, -13% dicono che l’Italia fa meglio di quanto loro prevedevano. Nel terzo trimestre dell’anno stimiamo un forte rimbalzo del Pil”. A controprova, cita i dati di ripresa dell‘occupazione diffusi dall’Istat e il sentimento positivo delle imprese italiane che secondo l’indice Pmi sono le prime in Europa per fiducia.
La riforma fiscale si farà con l’obiettivo di “proseguire sulla strada del taglio del cuneo fiscale per aumentare salari e stipendi“, spiega il titolare del Tesoro. E vuole “realizzare l’innovazione dell’assegno unico che definiremo uno strumento più potente per sostenere la famiglia e la genitorialità“. Per Gualtieri si tratta di una “grande sfida e opportunità”. Visto che “ha un costo strutturale a regime”, ovviamente la riforma del fisco “non può essere finanziata con strumenti congiunturali come più essere il Recovery fund”, come ricordato ieri dal commissario Ue Paolo Gentiloni, ma dovrà essere “autofinanziata” e “c’è ampio spazio”. L’idea – oltre alla usuale sfida di ridurre l’evasione – è quella di tagliare gli sconti fiscali (tax expenditure) che valgono decine di miliardi. Ridurre deduzioni, detrazioni ed esenzioni, magari partendo da quelli “dannosi per l’ambiente“, potrebbe avere un costo politico ma è l’unica via per coprire le uscite della prossima legge di Bilancio senza fare ulteriore deficit, dopo i 100 miliardi di indebitamento aggiuntivo per finanziare i decreti cura Italia, Rilancio e Agosto.
“Un errore? Probabilmente avremmo dovuto da subito variare le procedure per la cassa integrazione in deroga che si sono rivelate troppo lente”, ha riconosciuto il ministro dell’Economia intervistato ad Agorà Estate su Rai3. “Sicuramente è la cosa che ha funzionato meno bene. Ma poi le abbiamo cambiate”.
La prossima partita è il Recovery fund e il ministro dell’Economia smentisce le accuse di un ritardo sui progetti per l’uso delle risorse: “Alcuni ci chiedono perché corriamo troppo, visto che la maggioranza dei Paesi presenterà i programmi ad aprile, che sono la scadenza prevista”, risponde Gualtieri. I soldi che arriveranno dall’Ue “possono far aumentare il Pil e dare lo spazio per introdurre le riforme e farle andare a regime”, spiega il titolare del Mef.
Il Mes – di cui oggi la ministra della Famiglia Elena Bonetti chiede l’utilizzo anche per la riqualificazione delle scuole – resta invece ancora un’opzione di riserva: per Gualtieri la nuova linea di credito del fondo salva-Stati è “uno strumento utile” e il governo “deciderà al momento opportuno“.