Più sicure per la salute secondo il Comitato tecnico scientifico, ma un problema per l’ambiente secondo la Commissione Ecomafie. Le indiscrezioni sulle indicazioni del Cts riguardo all’utilizzo dei dispositivi di protezione al rientro tra i banchi di scuola stanno riaccendono il dibattito sulla sicurezza delle mascherine chirurgiche, rispetto ad altre tipologie, in primis quelle di stoffa, molto diffuse anche tra i giovanissimi, le cosiddette ‘mascherine di comunità’, di recente protagoniste di una campagna promossa sui social dagli esperti dell’Oms. Eppure il Comitato sarebbe indirizzato a bandirle, in favore delle chirurgiche, più sicure intanto perché ‘usa e getta’. Per il presidente della commissione Ecomafie, Stefano Vignaroli, “la scelta di dare agli studenti mascherine monouso è sbagliata su tutta linea e va quindi rivista”.
Le indicazioni del Cts – Le mascherine chirurgiche dovrebbero essere distribuite a scuola, ogni giorno, gratuitamente per evitare l’effetto riciclo, ossia il continuo utilizzo di mascherine indossate per troppo tempo e, quindi, non più idonee. Il commissario straordinario Domenico Arcuri ha già annunciato che ogni giorno verranno inviate gratuitamente alle scuole 11 milioni di mascherine chirurgiche (di misure diverse, perché si adattino agli studenti di diverse età) ed è proprio su questo numero che fa affidamento il Comitato tecnico scientifico, mentre alcuni istituti si stanno già organizzando per prevedere provvedimenti disciplinari per gli studenti che non indossino le mascherine. Gli istituti dovranno organizzare la distribuzione agli alunni, in modo da non creare assembramenti agli ingressi e avranno anche la responsabilità dello smaltimento di questi dispositivi.
La posizione della Ecomafie – Ed è proprio su questo punto che è intervenuto Vignaroli: “Con 11 milioni di mascherine chirurgiche al giorno per gli studenti – ha dichiarato all’AdnKronos – le scuole sforneranno quotidianamente 44 tonnellate di rifiuti da incenerire”. Per il presidente della commissione Ecomafie “proteggere la salute dei ragazzi è sacrosanto, ma quando si prendono delle decisioni è fondamentale porsi il problema anche dell’impatto ambientale che si va a generare”. Vignaroli aveva già avuto modo di esprimere la propria opinione sull’utilizzo delle cosiddette mascherine di comunità, che eviterebbe “una enorme mole di usa e getta che va ad appesantire il nostro sistema impiantistico per il trattamento dei rifiuti e non è certo educativo per i ragazzi, ai quali invece la scuola dovrebbe dare il buon esempio anche sul fronte della difesa dell’ambiente”. D’altro canto, anche nella relazione presentata da Vignaroli, a luglio scorso, alla Camera dei Deputati, si sottolineava “la necessità di scegliere sempre soluzioni a basso impatto ambientale, a partire dalle mascherine di comunità” e si manifestava la preoccupazione per gli interessi della criminalità organizzata. Ora, la previsione sempre più concreta, stando alle indiscrezioni, è che alla produzione di rifiuti collegata all’utilizzo di mascherine monouso (nella relazione di 100mila tonnellate, come dato medio, da metà a fine 2020) dovranno essere aggiunte le mascherine provenienti dalle scuole”.
Pecoraro Scaio: “È il festival del monouso” – Contrario alla scelta di bandire le ‘mascherine di comunità’ anche Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde. “Anche a scuola continua il festival del monouso, in netta contraddizione con tutte le campagne europee e italiane per la riduzione dei rifiuti e plastic free”, ha dichiarato. Secondo l’ex ministro l’utilizzo dell’usa e getta amplificato nelle scuole rischia di innescare anche fenomeni speculativi, moltiplicando costi economici e ambientali. “È ovvio che la sicurezza sanitaria deve essere messa al primo posto, ma ci sono moltissimi prodotti certificati e validati da un punto di vista sanitario che sono riutilizzabili e riciclabili”, ha sottolineato ricordando che il Parlamento ha dato indicazione chiara per favorire ove possibile le mascherine riutilizzabili e riciclabili. “Auspico entro settembre – ha concluso – il decreto del ministero dell’Ambiente per individuare i criteri ambientali”.
LEGAMBIENTE INVITA ALLA DIFFUSIONE DEI COMPORTAMENTI CORRETTI – Sul punto, interviene anche Legambiente, augurandosi “che venga predisposta una fornitura adeguata di mascherine riutilizzabili certificate, equivalenti a quelle chirurgiche monouso, per gli studenti – dichiara il direttore generale Giorgio Zampetti – sollecitandoli e invogliandoli a utilizzare le lavabili per ridurre il quantitativo di usa e getta che circola nel Paese, e garantendo comunque la tutela della salute”. Per far questo, secondo l’associazione “sarà fondamentale porre grande attenzione anche all’insegnamento e alla diffusione di modalità di comportamento corrette, a partire dalle modalità di utilizzo e lavaggio delle mascherine, seguendo le indicazioni dell’ente certificatore e del produttore”.