Si torna a Imola, 52 anni dopo lo storico trionfo di Vittorio Adorni al termine di una fuga di 230 km. I mondiali di ciclismo 2020 si correranno in Italia: l’Uci ha scelto la città romagnola e il suo storico circuito dopo la rinuncia di Aigle-Martigny in Svizzera del 12 agosto scorso. Battuta la concorrenza della Francia, che ha offerto meno garanzie dal punto di vista organizzativo, fondamentali per evitare i rischi legati al coronavirus. Le gare si svolgeranno dal 24 al 27 settembre: ci saranno solo donne e professionisti con quattro gare (le due cronometro e poi le prove in linea).
La partenza e l’arrivo di tutte le gare saranno sul circuito automobilistico di Imola e i percorsi proposti dal comitato organizzatore sono estremamente impegnativi: la gara su strada maschile sarà di 259,2 km per un totale di quasi 50mila metri di dislivello, mentre la lunghezza della gara femminile sarà di 144 km con 2750 di dislivello. Tutto la gara si svolgerà nel circuito (28,8 km) che sarà lo stesso per uomini (9 giri) e donne (5 giri) e comprenderà due salite difficili (3 km in totale con pendenza media del 10% e tratti che raggiungono il 14%). Il circuito a cronometro (da percorrere una volta sia per la gara maschile che femminile), abbastanza pianeggiante, misurerà 32 km con 200 metri di dislivello, adattandosi ai più forti specialisti della prova contro il tempo.
Imola ha ospitato i campionati del Mondo su strada nel 1968, quando conquistarono la maglia iridata l’italiano Vittorio Adorni e l’olandese Keetie van Oosten-Hage. L’Autodromo Enzo e Dino Ferrari è stato anche teatro di numerosi traguardi di tappa del Giro d’Italia: l’ultima volta nel 2015 quando l’undicesima tappa partita da Forlì arrivò proprio a Imola. Il circuito quest’anno tornerà a ospitare anche un gran premio di Formula 1, in programma il primo novembre. L’Italia ospita un Mondiale di ciclismo per la tredicesima volta: l’ultima è stata Firenze 2013, mentre a Varese 2008 ci fu la vittoria di Alessandro Ballan, ultimo italiano a vestire la maglia iridata.