La corsa al vaccino contro il coronavirus negli Stati Uniti potrebbe avere già una data d’arrivo: il Center for Disease Control and Prevention ha notificato alle autorità sanitarie dei singoli stati federali di prepararsi a distribuire il vaccino per il coronavirus ai lavoratori sanitari e ai gruppi a più alto rischio fra la fine di ottobre e gli inizi di novembre. Indicazione diramata anche alle cinque maggiori città statunitensi. Lo riporta il New York Times, sottolineando che la tempistica descritta solleva dubbi sulla politicizzazione del vaccino contro il coronavirus, considerato che le elezioni presidenziali sono in calendario il 3 novembre.

Intanto anche in Europa si delineano delle tempistiche. Il ministro Roberto Speranza ha annunciato che è stato reso definitivo il contratto tra la Commissione Europea e AstraZeneca (“figlio della prima intesa italiana”): le prime dosi potrebbero essere “già disponibili entro la fine del 2020“.

“Stiamo parlando di un candidato vaccino – ha precisato – quindi c’è bisogno di tutta la prudenza del caso, ma in questo contratto”, ha precisato riferendosi a quello conosciuto come Oxford per cui sono previste 400 milioni di dosi per la popolazione europea e per il quale “ci sono dati incoraggianti della fase 1 e 2”. Per quanto riguarda il ruolo dell’Italia, è stata proprio “l’alleanza con Francia Germania e Olanda che ha permesso di spingere l’Ue verso una forte accelerazione”, ha detto ancora Speranza.

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