Alcuni miei amici e amiche si meravigliano che io abbia deciso di votare risolutamente Sì al prossimo referendum costituzionale. Se anche fossi stato di avviso diverso, mi sarei convertito al Sì, dopo aver letto le finte ragioni di “quelli del No”, dal momento che molti, in tempi non sospetti, erano per una riforma esattamente identica a questa, come l’eccelso Violante che era per il Sì alla cosiddetta “schiforma” Renzi-Boschi, o Zanda e la Finocchiaro che nel 2008 erano per un taglio esattamente come quello di oggi.
Premetto che molti di quelli che oggi dicono No fino all’altro ieri erano per il Sì al taglio dei parlamentari, anzi Renzi e la sua allegrotta scuderia piddina di allora erano per l’abolizione del Senato intero, valutato alla stessa stregua del Cnel e trasformato in dopolavoro-premio per fedeli sindaci e delegati regionali.
La mia sensazione di oggi è questa: la maggioranza di “quelli del No” o sono in malafede o sono bugiardi o sono superficiali o sono tutte e tre questi atteggiamenti che esprimono il degrado cui è arrivata la democrazia. Totò diceva: “Vi sono le cose vere e le cose supposte, mettendo da parte le cose vere, le supposte dove le mettiamo?”. Non arrivo a tanto, ma sono persona seria e onesta, corretta e non mi servo del referendum per scalzare il governo in attesa del Messia-Mario (vedi il post di Pierfranco Pellizzetti sul fattoquotidiano.it) per gestire i miliardi che arrivano dall’Europa; non voto No perché non posso dire che “non voglio fare un favore ai 5S che hanno avuto l’iniziativa”. Non penso che avrei votato Sì se l’idea non fosse venuta da loro.
Infine, per farla corta, non voto No perché così io, che vivo di politichetta, ho una possibilità in più, essendoci più posti da spartire, di avere una prebenda assicurata. Se volete vi posso fare molti nomi e descrivere molte circostanze. Veniamo agli argomenti.
“Quelli del No” non portano argomenti, ma affermazioni generiche, tipo “diminuire il numero del parlamentari significa diminuire la rappresentanza”, divenuto ormai un mantra noioso. Essi a supporto fanno paragoni inconsistenti con gli altri Paesi europei, di cui prendono tutti in blocco, eletti e nominati, mentre per l’Italia prendono solo i 400 della camera senza calcolare i 200 del Senato. Bell’affare, bella onestà. Ditelo apertamente che questa riforma, che anche voi volete, vi fa schifo solo perché è targata M5S e la vittoria (peraltro certa) del Sì rafforzerebbe il governo. Leggetevi il rapporto dell’Istituto Cattaneo che smonta il No pezzo per pezzo con dati scientifici e veri alla mano.
Non posso pensare che “quelli del No” siano stupidi, quindi non mi resta che ipotizzare che sono prevenuti e incarogniti: non vogliono questo governo che “deve cadere”, ma non hanno il coraggio di dirlo apertamente. Questa è disonestà, se fosse vero. Domanda: il Parlamento attuale è rappresentativo? Di chi, se sono tutti nominati dai segretari e capibastone dei partiti? Contro le liste bloccate, il Fatto Quotidiano raccolse firme per un referendum popolare. Di chi, se nessuno degli attuali 930 e rotti “sedenti in Parlamento” ha mai fatto campagna elettorale? Di chi, se un terzo di tutto il Parlamento, cioè quelli che la riforma taglia, è assenteista cronico con percentuali bulgare e senza alcun incarico? Mi dite in nome di quale rappresentanza dobbiamo mantenere costoro? Mi dite come possono rappresentare qualcuno senatori e deputati che lavorano dal martedì pomeriggio al giovedì mattina? Costoro rappresentano solo gli sfaticati, i mantenuti e gli interessi di chi li ha scelti.
“Quelli del No” hanno letto il rapporto del prof. Perotti e del prof. Boeri che dimostrano con dati e percentuali comparate l’utilità del taglio, anche a situazione “invariata”? O credono a Romano Prodi che è per il Sì, ma vota No perché non sa bene cosa succederà in futuro? Il signor Prodi era per il No alla riforma boschiva di Renzi, ma votò Sì perché il futuro poteva migliorare. Perché adesso non può migliorare?
“Signori del No”, non riuscite proprio a pensare che questo taglio (che per me resta ancora simbolico, in quanto avrei mantenuto 150 deputati e 100 senatori, magari sfoltendo anche le Regioni, le Città metropolitane e i Consigli comunali) sia stato approvato seguendo il rigoroso percorso costituzionale dell’articolo 138? Come fate a dire che è antiparlamentare, antidemocratico, antiruggine, antiforfora, anti-anti-anti-tutto, quando è stato approvato dal Parlamento – “signori del No”, dallo stesso Parlamento, di cui buona parte oggi è per il No? Come fate a essere seri, mentre dite che per la democrazia è l’apocalisse?
Il Pd di Nicola Zingaretti chiede una legge elettorale “previa” in senso proporzionale, eppure ha votato in quarta lettura anch’esso questa antidemocratica riforma. Dov’è la logica? Deve essere sicuro della vittoria del Sì, perché, secondo logica, bisognerebbe aspettare l’esito del referendum per decidere quale legge mettere in piedi in funzione della rappresentatività. Se vince il Sì, è una cosa; se vince il No, è altra musica per i prossimi 150 anni.
“Quelli del No” pensano la rappresentanza in termini localistici contravvenendo la stessa Costituzione che parla di “rappresentanza nazionale” per ogni singolo parlamentare: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato” (art. 67). Come mai non hanno protestato, quando questa rappresentanza fu messa in discussione con le riforme degli obbrobri elettorali e le liste bloccate? Il Parlamento non dovrebbe avere, come Costituzione impone, una rappresentanza nazionale, lasciando quella territoriale alle Amministrazioni intermedie, come Regioni e Comuni? Cosa significa “senza vincolo di mandato”? O anche questa è una frase ad effetto? Il Parlamento dovrebbe avere un solo collegio nazionale per sottrarlo al servilismo verso i padroni dei partiti e dare dignità alla rappresentanza pura.
“Quelli del No”, siate seri, studiate, ma soprattutto siate onesti e non parlate mai a suocera perché nuora intenda, perché se non volete questo governo combattetelo, ma con argomenti seri, altrimenti non solo non siete credibili, ma siete voi la causa del degrado della democrazia e siete voi i veri attentatori alla Costituzione che a parole, ma solo a parole, dite di difendere.