Alla vigilia della selezione per 66mila aspiranti medici, il ministro dell'Università e della Ricerca solleva il problema di chi è sottoposto a quarantena e non può presentarsi: "Stiamo valutando tutte le opzioni". A Bologna test sierologici ai candidati
Con la facoltà di Veterinaria lunedì sono iniziati i test di ingresso per le università. Test che quest’anno dovranno fare i conti con modalità rinnovate per via del Covid e dell’incognita degli iscritti che si trovano in isolamento per la positività al virus o per un contatto a rischio. Un problema sollevato anche dal ministro dell’Università Gaetano Manredi in vista del maxi test per la facoltà di Medicina e Odontoiatria, giovedì 3 settembre. “Questo è un tema molto delicato dal punto di vista giuridico – ha detto a margine di Esof2020, rispondendo ai giornalisti – è all’attenzione del Governo, stiamo valutando tutte le opzioni. Facciamo domani i test per la maggioranza dei ragazzi, poi valuteremo queste situazioni particolari”.
Nessuna soluzione al momento è stata individuata: il rischio è che ripetere la prova più avanti aprirebbe la strada a una valanga di ricorsi, perché verrebbe concesso a questi ragazzi più tempo per prepararsi, seppur per motivi straordinari. Sono 66mila gli aspiranti medici che proveranno il test, ma c’è posto solo per uno su 5. A differenza degli altri anni, la sede d’esame non è quella scelta dai candidati in caso di ammissione, ma la più vicina all’indirizzo di residenza: la decisione è stata presa dal Ministero nell’ottica di limitare il più possibile gli spostamenti come ulteriore misura di sicurezza anti-Covid.
A Bologna, ad esempio, è partita una grande campagna di screening attraverso i sierologici: i primi test sono riservati ai candidati che domani sosterranno l’esame di ammissione in italiano a Medicina. Si tratta di 1.700 studenti, tutti volontari: in caso di positività agli anticorpi sarà eseguito il tampone.