Uno spettacolare flash mob silenzioso e verticale sulle Cinque Torri di Cortina ha portato contemporaneamente una decina di cordate a raggiungere le vette per srotolare alcuni striscioni dal messaggio chiarissimo: “Basta impianti” e “Rispettiamo la montagna”. Protagonisti una ventina di imprenditori, professionisti e semplici appassionati di montagna che hanno voluto manifestare contro la costruzione di impianti e infrastrutture sulle Dolomiti. In particolare, sono state raggiunte Torre degli Inglesi, Torre Latina, Torre Grande Cima Ovest, Torre Grande Cima Sud e Torione di mezzo. “Non siamo contro lo sci e non siamo integralisti”, ha spiegato Valerio Scarpa, a nome di tutti i partecipanti. “Siamo persone che amano la montagna, che la vivono a 360 gradi in tutte le stagioni, per lavoro e per passione, e che stanno assistendo impotenti alla distruzione sistematica delle poche aree rimaste libere da impianti nelle Dolomiti”.

Si riferiscono in particolare ai lavori in corso per i Mondiali di sci del 2021 (con interventi alle piste che stanno sotto le Tofane) e per le Olimpiadi invernali Cortina-Milano del 2026. “Si sta già registrando un importante impatto sui versanti delle Tofane e delle Cinque Torri, con sensibili ampliamenti di impianti e di infrastrutture di vario genere – denunciano – Inoltre, il progetto del Carosello in Marmolada prevede la realizzazione di due nuove seggiovie che dalla diga Fedaia permetteranno di raggiungere Sass Bianchet, a poche decine di metri dall’attuale Stazione di Punta Rocca, di una seggiovia lungo lago a dislivello zero ed il ripristino di due seggiovie attualmente in disuso, andando a compromettere ulteriormente una situazione difficile”.

Guido Trevisan, proprietario e gestore del Rifugio Pian dei Fiacconi, aggiunge: “Quello che maggiormente ci indigna è il progetto ‘No Car‘, fortemente voluto dalla Regione Veneto, che prevede un ambizioso collegamento tra i comprensori sciistici di Cortina, Arabba e Civetta. Con la scusa di ridurre la mobilità dei mezzi privati sui passi dolomitici propone un’alternativa insostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico, andando a compromettere in modo definitivo due fra le aree di maggior pregio ambientale e storico delle Dolomiti Venete: il Giau e il Sief”. Il gruppo contesta il modello di sviluppo del turismo in montagna. “Non siamo contro lo sci e non siamo ambientalisti, ma non vogliamo che questi progetti ci vengano imposti dall’alto senza poter esporre le nostre perplessità. È arrivato il momento di agire e far sentire la nostra voce per difendere la terra che amiamo”.

Sulla via del ritorno dalle Cinque Torri, gli scalatori sono stati fermati da alcuni agenti di Polizia che li hanno identificati, contestando una manifestazione non autorizzata. “Non è una manifestazione, ma un incontro di amici che amano la montagna”, è stata la risposta.

Foto di Mirko Sotgiu

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

In Europa tornano le miniere: con il Green deal aumenta il fabbisogno di materie prime come il litio e la grafite

next
Articolo Successivo

Cambiamenti climatici: è la coscienza il luogo giusto della lotta per l’ambiente

next