È l'idea presentata dal progetto "Sea Working. Vinci un ufficio sul mare", che candida la città come destinazione per il lavoro agile. L'obiettivo è avviare un percorso di rilancio e posizionamento dei territori più fragili del Sud: "Durante il lockdown si è tanto parlato di South working. Volevamo capire se questa tendenza potesse essere un'opportunità concreta"
Dieci giorni per lavorare su una barca vela ormeggiata nel porto di Brindisi. È l’idea del progetto “Sea Working. Vinci un ufficio sul mare”, che candida la città come destinazione per lo smart working. Il contest – pensato per avviare un percorso di rilancio e posizionamento della capoluogo di provincia pugliese – prevede per un professionista la possibilità di trascorrere il periodo dal 3 al 13 ottobre prossimo a bordo di una barca a vela attraccata nel porto. Sarà possibile candidarsi sul sito www.seaworking.it fino al 18 settembre.
“Il progetto nasce da un’analisi delle tendenze del mercato dei viaggi e dalla volontà di rispondere a un’esigenza che, durante l’emergenza Covid-19, è diventata sempre più diffusa grazie all’aumento dei lavoratori agili – spiega Emma Taveri, Ceo di Destination Makers, coordinatrice e ideatrice della campagna – Durante il lockdown si è tanto parlato di South working. Volevamo capire se questa tendenza potesse essere un’opportunità concreta per valorizzare una città come Brindisi”.
Molte aziende stanno adottando il lavoro agile in forma stabile, dopo averne notato i benefici in termini economici per le stesse società e in termini di produttività per i lavoratori. Con l’accelerazione portata dal lockdown, si è rafforzata anche l’idea che lavorare da remoto sia possibile non solamente da casa, ma da qualsiasi parte del mondo, purché si abbia accesso a una connessione internet veloce e a servizi dedicati. Si parla quindi non solo di smart workers ma anche di “nomadi digitali”, soprattutto giovani, che decidono di viaggiare e lavorare spostandosi con il proprio computer. L’obiettivo di “Sea Working” è rispondere a questa crescente domanda di lavorare da destinazioni nuove e stimolanti.
Ma non solo. Perché questa tendenza è un’opportunità per valorizzare e ripopolare i territori per le zone più fragili del Sud Italia, quelle da cui spesso si va via perché non ci sono lavoro, stimoli, opportunità. “Per questo ‘Sea Working’ è diviso in due fasi – spiega Taveri – C’è il contest che è un modo per accendere i riflettori sulla città, per attrarre viaggiatori nuovi ma anche chi a Brindisi è nato ma per motivi di lavoro si è dovuto trasferire. Poi, c’è il progetto di sviluppo del territorio, che è stato subito accolto dall’amministrazione comunale e da altri partner locali”.
Come il laboratorio di innovazione urbana di Palazzo Guerrieri, gestito dal project manager Davide Agazzi, hub che raccoglie le energie e le idee per valorizzare il territorio. “L’idea è cresciuta e si è sviluppata grazie alla rete, e ha avuto un grande riscontro dalla fascia più giovane della società”. L’obiettivo, ora, è aprire un dibattito costruttivo tra start up, privati e istituzioni su come creare una città a misura di lavoratore.
“Con ‘Sea Working’ vogliamo dimostrare che ripartire dal Sud è possibile, ma che per farlo sono necessarie strategie e politiche concrete, dallo sviluppo locale al marketing”, dice ancora Taveri. “Bisogna essere consapevoli che il cambiamento siamo noi – conclude – e abbiamo scelto di provarci, con un’iniziativa totalmente pro bono, provando a creare le condizioni per visitare, tornare o rimanere”.