I ragazzi, di età compresa tra i 10 e i 17 anni, sono rimasti da marzo a luglio dentro le loro stanze, senza possibilità né di vedersi, né di uscire. I genitori, immigrati, hanno annunciato ricorso
I genitori sono immigrati, non parlano bene lo svedese e non seguono le notizie locali, ma fanno riferimento alle informazioni che provengono dal loro paese d’origine, dove per contrastare la pandemia sono state imposte misure molto stringenti. Quindi, per proteggere i loro tre figli dal Covid-19, hanno deciso di segregarli per quattro mesi in casa. I ragazzi, di età compresa tra i 10 e i 17 anni, sono rimasti chiusi da marzo a luglio: non potevano neanche vedersi tra loro né uscire dalla loro stanza. Succede in Svezia, Paese che ha destato scalpore a livello internazionale per non avere imposto il lockdown: i tre ragazzi sono stati allontanati dalla famiglia. Nelle stanze dove erano confinati, i giovani consumavano anche i loro pasti, dietro ad una porta ‘sprangata’, come emerge dalla ricostruzione del tribunale di Jonkoping, nel sud del Paese. I genitori respingono le accuse e hanno annunciato che ricorreranno in appello.
(immagine d’archivio)