È scappato dopo essere stato avvicinato da agenti in uniforme che indagavano sulla segnalazione di un uomo con una pistola. E Deon Kay, afroamericano 18enne che si trovava con un’altra persona, durante l’inseguimento a piedi avrebbe “brandito un’arma da fuoco”: a quel punto un agente ha sparato un colpo, uccidendolo. O almeno, questo è quanto si legge sulla relazione della polizia. I fatti avvenuti a Washington D.C. risalgono a mercoledì pomeriggio: subito dopo sono scoppiate proteste davanti alla stazione di polizia, indette dal movimento Black Lives Matter, che da mesi scende in strada contro le violenze subite dagli afroamericani per mano della polizia.
Nel comunicare l’accaduto, la polizia ha diffuso delle foto della pistola che sostiene sia quella che portava il 18enne afroamericano, come pure della pistola di un altro dei suoi compagni, che è stato arrestato.Video di mercoledì sera pubblicati sui social network mostrano decine di manifestanti che si facevano largo in mezzo a un cordone di poliziotti, che con le biciclette formavano una barriera davanti alla stazione di polizia.
La nuova sparatoria giunge in un momento in cui gli omicidi di afroamericani negli Stati Uniti hanno scatenato proteste in tutto il Paese, nonché richieste di una riforma della polizia. Alla luce della situazione, il Consiglio di Washington D.C. ha fatto sforzi per garantire maggiore trasparenza in casi come questo. Per esempio a giugno, a seguito dell’uccisione di George Floyd avvenuta il 25 maggio da parte della polizia di Minneapolis, il Consiglio aveva approvato una legislazione di emergenza che richiedeva alla polizia di rendere pubbliche entro cinque giorni le immagini girate dalle body camera degli agenti nei casi di sparatorie con vittime e di incidenti con uso della forza. In base a questo provvedimento, il dipartimento deve anche diffondere i nomi dei poliziotti coinvolti. A luglio a Washington sono stati diffusi tre video registrati dalle body camera di tre distinti incidenti risalenti al 2018.